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lunedì 27 giugno 2011

"Seguite l'istinto, un film è come un fiore" I consigli di Woody Allen agli studenti

CINEMA

"Seguite l'istinto, un film è come un fiore"
I consigli di Woody Allen agli studenti

Il regista tiene una lezione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: creare partendo dalle storie, realizzare una pellicola "senza pensarci" perché "da uno sforzo non viene niente di artisticamente buono"

di GIULIA SANTERINI ROMA - "Un film è come un fiore". Il professor Woody Allen docet al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, la scuola che negli ultimi anni ha avuto come allievi Alba Rohrwacher, Valentina Lodovini e Riccardo Scamarcio, per dirne solo tre. Davanti a 200 studenti in adorazione, muti come statue, le domande le fa solo il professor Daniele Luchetti, David di Donatello per La nostra vita. Tema della lezione: "L'atto creativo".

E dunque, come crea il regista americano più amato d'Europa? Crea partendo dalle storie. "Ho talmente tante storie in testa - spiega ai ragazzi - che temo di morire prima di riuscire a raccontarle tutte". Già, ma la storia come si scrive? "Mi fanno spesso domande importanti, del tipo se scrivo a matita o a biro, seduto o in piedi.  La verità è che scrivere è molto facile e posso solo consigliare di vedere molti film e poi scrivere e continuare a scrivere anche se alla cinquantesima pagina vi pare di avere scritto qualcosa di terribile".  Se scrivere, almeno per maestro Woody, è facile, "il difficile - garantisce - viene dopo. E' come un fiore, devi riuscire a vedere prima cosa sarà. E anche io non sempre ho visto bene".

Quanto al 'come' realizzare un film, "è come guidare la macchina o suonare uno strumento, prima segui le dritte che ti danno, meccanicamente, sei rigido, poi lo fai istintivamente, senza pensarci, guidi, fai musica". L'istinto. Ad avercelo, sembra scritto sulle facce degli studenti. Ma Allen va avanti come un treno. "Da uno sforzo non viene niente di artisticamente buono, devi fare quello che sai fare, seguire quello che ti interessa e trovare quelli ai quali interessano le stesse cose. Quello è il tuo pubblico, inutile cercarne un altro artificialmente. E se non hai pubblico, non l'avrai comunque. Lo dice uno che è riuscito a fare cinema tutta la vita facendo solo quello che amava." In breve: "Mettetevi al lavoro e lasciate che le cose succedano".

A Woody Allen per esempio è successo di toccare in America il suo record di incassi con Midnight in Paris dopo 25 anni. Lui  assicura: "Non leggo le critiche e non mi chiedo mai cosa si aspetta il pubblico da me e come posso avere successo". Ma una trama come si sviluppa? Il professore Luchetti cerca paletti per i suoi studenti spaesati. "I personaggi sono fondamentali. Devono essere credibili, ma più ampi di quelli che incontrereste nella realtà", larger than life, insiste Allen. E poi "è più interessante lo sviluppo di una storia legato ai cambiamenti di un personaggio, non ad eventi costruiti a tavolino".

Per finire: "Non serve ascoltare gli insegnamenti "da manuale". Allen usa e abusa della voce fuori campo, schifata dalle regole auree del cinema? "Se vi serve la voce fuori campo - reagisce alla provocazione di Luchetti  - usatela, se non serve non fatelo. Una volta dicevano che i primi piani erano vietati, poi Bergman ne ha fatti di meravigliosi e le regole sono cambiate. Usate il bianco e nero. Fate guardare gli attori tutti nella stessa direzione. Insomma rompete tutte le regole delle scuole di cinema per fare cinema".

Occhialetti, camicia azzurra e cappellino Woody Allen se ne va lasciando gli studenti senza punti di riferimento. Dall'altro lato della Tuscolana, gli studi di Cinecittà, dove tra pochi giorni girerà parte del suo Bop Decameron con, anche, due studenti di scenografia e due di fotografia del Centro Sperimentale.

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