La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

domenica 26 giugno 2011

BARBARA SORRENTINI – Vola alto


BARBARA SORRENTINI – Vola alto

bsorrentini

“Una brumosa alba milanese, la routine del risveglio, un cantiere, un corpo che precipita, il corpo di un uomo venuto da lontano…”. C’era una volta un incipit, una storia mai finita, quella di Marco Formigoni. Impossibile riassumere poco più di quarant’anni di vita stroncati nel pieno di un’esistenza da un brutto male. Per chi lo conosce, da quando eravamo ragazzini, le parole si fermano nella penna, nella tastiera. E ancora più difficile diventa selezionare, calibrare, cercare le parole giuste. Per fortuna ci sono le sue ad arrivare in soccorso, quelle di un bel racconto iniziato e mai finito. E che ora, grazie all’amore militante di Manuela Kovacs moglie, amica, antica compagna di scuola e madre di Ronni voleranno alto nelle mani di altri.
“Vola alto, sblocco d’immaginazione narrativa” è il nome di un bando di concorso, appena diffuso dalla neonata associazione Marco Formigoni, dedicata al giornalista scomparso a Milano due anni fa. L’iniziativa è rivolta a chiunque e di qualsiasi nazionalità, tra i 18 e i 36 anni, che abbia voglia di esprimere la propria fantasia e analisi intorno al tema dell’integrazione e della multiculturalità.
“Ci sono giorni in cui l’aria si vede. E in quei giorni, della città, si capiscono tante cose. Innanzitutto deve essere inverno, deve essere presto: tipo le sei del mattino a gennaio quando è ancora buio e fa un freddo cane”. Questo incipit doveva dare vita ad un romanzo o forse no. Il regolamento del bando consiglia, prima di tutto, di cercare Marco: il suo pensare e il suo sentire attraverso la sua biografia, ai suoi articoli su Peace Reporter e alle sue cronache e trasmissioni registrate per Radio Popolare.
“L’uomo viene giù dall’alto, nel cantiere deserto. Attraversa lo scheletro verticale dell’edificio in costruzione, il reticolo in cemento armato delle ascisse e delle ordinate”. Altre parole, altre immagini e suggestioni. Per il concorso viene chiesto di continuare questa storia, di dare un seguito a queste frasi (in)compiute. Chi saranno i personaggi, i luoghi e le atmosfere che porteranno alla conclusione? E quale sarà la forma. Ecco la sfida più interessante. Libertà assoluta. Il racconto può essere filmato, fotografato, registrato, disegnato e scritto in tutte le altre forme possibili. Guardati attorno, come avrebbe fatto Marco!
Qui tutte le informazioni sul bando www.marcoformigoni.it
Pochi giorni dopo l’uccisione a Milano di Abba, il ragazzo diciannovenne massacrato a sprangate per aver rubato una scatola di biscotti, Marco Formigoni scrisse questa lettera aperta all’allora sindaco di Milano Letizia Moratti. Non ci fu mai risposta.

Barbara Sorrentini
Gentile signor Sindaco,
Sono un papà preoccupato. Mio figlio ha 10 anni da pochi giorni. Sono preoccupato come tanti padri per quello che potrebbe succedergli quando tra qualche anno uscirà la sera; l’alcool, la droga, l’auto. Quando torni? Stai attento, non fare stupidaggini. Ti fidi, è tuo figlio…Non puoi mica rinchiuderlo perché hai paura. Ma se diventare grandi non è facile, vederli crescere fa anche un po’ paura.
Ma oggi sono preoccupato perché il mio ragazzo ha la pelle scura.

Guardo le foto di Abdul Guiebre sui giornali e gli occhi si spostano su quelle di mio figlio, qui sulla mia scrivania. Come sarà tra 5 o 6 anni? Ma soprattutto cosa avranno già sentito le sue orecchie? Comincia a succedere già oggi. Quest’estate in spiaggia, mentre lui giocava con altri bambini, un signore scocciato gli ha detto negro di merda. Ha fatto finta di non sentirlo; ma solo finta, perché poi me ne ha parlato e mi ha detto che ha pensato che quel signore fosse uno stupido ignorante. La cosa che mi ha fatto più male è che ho capito che si sta abituando alla stupidità, all’ignoranza. La prima volta che era successo che qualcuno lo apostrofasse con riferimenti al suo colore era stato un bambino: “Sei marrone come la cacca”. Erano stati pianti e lacrime. Qualche anno prima un tale l’aveva chiamato Bin Laden, ma per lui appena arrivato dal Brasile era una delle tante cose nuove e incomprensibili che gli stavano capitando per la prima volta, come la neve, gli spaghetti e o mia bela madunina.
Stasera tornerò a casa e gli racconterò di Abdul, leggeremo insieme il giornale e cercherò di spiegargli che cosa è successo. Ma non sono tanto sicuro di riuscirci. Perché dovrei dirgli che oggi ci sono persone che hanno paura di quelli con la pelle scura come la sua. Ma la colpa, amore mio, non è del colore della pelle, piuttosto di quello che quelle persone hanno nella testa e nel cuore. E a quelle persone bisogna spiegare che il colore della pelle non c’entra. Ma non basta che glielo spieghiamo noi, il compito è soprattutto di chi ci governa. E a quel punto mi chiederà perché non lo hanno ancora fatto. Se lo avessero fatto, forse quel ragazzo sarebbe ancora vivo.
Sindaco Moratti, le giro questa domanda di mio figlio. Perché non lo avete fatto?
Marco Formigoni

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