La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

martedì 20 settembre 2011

Cinque anni fa moriva Oriana Fallaci



Cinque anni fa moriva Oriana Fallaci, prima donna inviata al fronte

Adnkronos
Roma, 13 set. (Adnkronos) - Il 15 settembre di cinque anni fa si spegneva a Firenze Oriana Fallaci, scrittrice, giornalista e prima donna italiana inviata sul fronte di guerra, uccisa da un cancro ai polmoni con cui conviveva dal 2001.
Determinata e dalle idee chiare, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, Fallaci si è attirata addosso una scia di polemiche, sia politiche, su alcune sue prese di posizione a proposito dell'Islam e degli immigrati, sia personali e familiari, sul suo testamento in favore del nipote Edoardo Perazzi. Oriana Fallaci è stata una 'penna' che ha sempre fatto sentire la sua voce forte, levandosi contro le ingiustizie e scendendo in campo fin da giovanissima.
Prima di quattro sorelle e figlia di Edoardo Fallaci, attivo antifascista, Oriana, nata nel capoluogo toscano il 29 giugno del 1929, prende parte alla Resistenza con compiti di vedetta, unendosi poi al gruppo clandestino 'Giustizia e Libertà'. L'adolescente Fallaci assiste alle atrocità dell'occupazione nazista di Firenze, durante la quale anche il padre viene catturato e torturato a Villa Triste. Per il suo attivismo, nel 1943, a soli 14 anni, riceve un riconoscimento da parte dell'Esercito Italiano.
Fallaci esordisce giovanissima, a soli 19 anni, anche nel mondo del giornalismo. Dopo la maturità classica al Liceo 'Galilei' di Firenze, infatti, la futura autrice di 'Un uomo' si iscrive alla facoltà di medicina, che però abbandona subito, spinta dallo zio Bruno Fallaci, egli stesso giornalista, per esordire come cronista di nera, giudiziaria e costume al 'Mattino dell'Italia centrale'. Licenziata dal quotidiano dopo un diverbio col direttore, Fallaci si trasferisce a Milano e inizia a lavorare a 'Epoca', allora diretto dallo zio Bruno. Nel '51 appare il suo primo articolo per il settimanale 'L'Europeo'.
Cinque anni dopo, a 27 anni, Oriana Fallaci è a New York per scrivere di divi di Hollywood e mondanità. Sono gli anni del suo primo libro, 'I sette peccati di Hollywood', uscito con la prefazione di Orson Welles. Gli anni '60 segnano i primi veri successi editoriali della scrittrice. Nel '61 parte per il suo primo reportage sulla condizione della donna in Oriente, che si traduce ne 'Il sesso inutile'. Poi torna in America per intervistare astronauti e tecnici della Nasa alla vigilia del primo viaggio sulla Luna. Il 1965 è l'anno di 'Se il sole muore', in cui raccoglie l'intervista allo scienziato tedesco Wernher von Braun, progettista durante la Seconda Guerra Mondiale dei missili V2 lanciati su diversi obiettivi europei. Il libro lo dedica al padre Edoardo.
Nel 1969 esce 'Niente e così sia', libro che raccoglie le testimonianze di Oriana Fallaci inviata di guerra in Vietnam. Una guerra che la scrittrice definisce 'sanguinosa follia' e di cui svela menzogne, atrocità, ma anche eroismi e atti di umanità. Come corrispondente di guerra, Fallaci segue anche i conflitti tra India e Pakistan, quelli in Sud America e Medio Oriente. Il 21 agosto del 1973 c'è l'evento che cambia la sua vita: l'incontro con Alekos Panagulis, leader della Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli. Fallaci ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale il 1 maggio 1976. Un rapporto che la scrittrice racconta nel romanzo 'Un uomo', pubblicato nel 1979. Il boom editoriale arriva con 'Lettera a un bambino mai nato', del 1975, che vende 4,5 milioni di copie in tutto il mondo. Nel 1990 esce 'Insciallah', libro che coincide con il trasferimento a New York di Fallaci e con il suo definitivo isolamento. Sono gli anni della scrittura di 'Un cappello pieno di ciliege', uscito postumo nel 2008, interrotta dagli eventi dell'11 settembre del 2001, una tragedia che la spinge a scrivere articoli ancora più forti su quello che era da sempre stato uno dei temi di fondo dei suoi scritti: la decadenza della civiltà occidentale minacciata dal fondamentalismo islamico e incapace di difendersi. Articoli che suscitano polemiche politiche, soprattutto a sinistra.
Oriana Fallaci torna a Firenze dove muore, a 77 anni, il 15 settembre del 2006. Nella sua tomba, al Cimitero degli Allori, una copia del 'Corriere della Sera', tre rose gialle e un Fiorino d'oro donatole da Franco Zeffirelli.
''Cinque anni dopo la scomparsa di Oriana - afferma la sorella Paola -, non c'è solo il dispiacere per la sua perdita ma anche un forte senso di pena per come viene trattata la sua memoria. Non mi piace il personaggio Oriana che è venuto fuori dopo la sua morte. Oriana non era affatto una specie di crociata cristiana contro l'Islam, come viene unicamente presentata. Oggi i suoi grandi meriti di giornalista e scrittrice non le sono riconosciuti''. Paola Fallaci, 73 anni, teme che l'anniversario possa essere fonte di ''nuove strumentalizzazioni'' politiche o culturali. E la sorella punta poi il dito contro Firenze: ''La sua città natale si è sempre comportata male verso di lei. Nemmeno una strada le ha dedicato...''. ''E' amaro constatare che la grande Oriana Fallaci - ha detto Paola in un'intervista all'Adnkronos - non abbia ottenuto nulla nella considerazione dei posteri di quello che lei desiderava. Mia sorella ebbe anche una grande intuizione sull'Islam, sul senso di pericolo legato a un certo mondo musulmano, ma certo non le sarebbe piaciuto il modo in cui sarebbe stata dipinta oggi''.
Paola Fallaci non parteciperà nel quinto anniversario della morte a nessuna commemorazione ufficiale in onore della sorella, ricordando come non sia mai stata invitata neppure in precedenza. ''Giovedì prossimo ricorderò Oriana nella cappella di famiglia nella nostra casa di Greve in Chianti, dove deporrò una candela e un mazzo di fiori, delle bellissime rose rosa, che lei tanto amava'', rivela la sorella minore.

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