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lunedì 26 settembre 2011

E' morto Sergio Bonelli

E' morto Sergio Bonelli
Editore di Tex, papà di Dylan Dog




tex banda
È morto a Monza questa mattina Sergio Bonelli, editore di Tex e di Dylan Dog. Bonelli, aveva 79 anni e aveva ereditato dal padre Gian Luigi, il creatore di Tex, la casa editrice. Aveva creato anche i personaggi di Zagor e Mister No. Sergio Bonelli è morto al San Gerardo di Monza dove era ricoverato da qualche giorno per una malattia. Era sposato con la signora Beatrice e aveva un figlio, Davide che è responsabile marketing della casa editrice.

Gli eroi di Bonelli: LA FOTOGALLERY

Ne dà notizia l'agenzia Ansa. La sergiobonelli editore nel suo comunicato dice: «E' stato il principale artefice del passaggio del fumetto da semplice strumento di intrattenimento popolare a prodotto di dignità culturale, creando, nel corso di una carriera cinquantennale, una delle case editrici di fumetti più importanti del panorama nazionale e internazionale».

Bonelli aveva una cura particolare, estrema, per le storie che pubblicava. Confidava sempre negli autori, sia negli sceneggiatori che nei disegnatori, ai quali richiedeva un lavoro accurato e inventivo al tempo stesso. Ottimo sceneggiatore di fumetti, soprattutto nell'ideare «spalle comiche» da affiancare all'eroe, Bonelli è stato abilissimo soprattutto nella scelta degli autori, valorizzati a dispetto delle critiche, dando fiducia soprattutto a un giovane scrittore come Tiziano Sclavi, che gli porterà in dote un personaggio come Dylan Dog.

Sergio Bonelli era un figlio d'arte, cresciuto letteralmente tra i fumetti, facendo fin da piccolissimo il tuttofare nell'impresa di famiglia: da fattorino a magazziniere, fino a rispondere alle lettere dei lettori. Nel 1957 prende in mano la casa editrice Cepim, la futura Sergio Bonelli Editore, subentrando nella direzione alla madre Tea. Intraprende anche la strada della sceneggiatura con lo pseudonimo di Guido Nolitta, scelto per non essere confuso con il padre e con questo nome esordisce con la serie Un Ragazzo nel Far West pubblicato a partire dal 1958 e realizzato graficamente da Franco Bignotti. Due anni dopo scrive Il Giudice Bean che verrà realizzato da Sergio Tarquinio e pubblicato solo nel 1963 nella collana Gli Albi Del Cow Boy.


DYLAN DOG, MARTIN MYSTERE, JULIA, ZAGOR
Tra gli album che pubblicava e ancora pubblica mensilmente, oltre al ranger e capo Navajo Tex (con Kit Carson, l'indiano Tiger, il figlio Kit) avviato dal padre nel 1948, Sergio Bonelli ha creato personaggi che hanno mutato radicalmente il panorama del fumetto non solo italiano ma internazionale.

Dal 1961 esce Zagor, eroe dalla casacca inconfondibile armato di ascia in difesa dei giusti con un simpaticissimo e famelico ciccione messicano come compagno. L'indagatore dell'incubo Dylan Dog accompagnato dalle freddure di Groucho (mimesi fumettistica del comico americano anni 30-50 Groucho Marx) è uno dei personaggi più riusciti della storia fumettistica. Modellato sulla figura di Rupert Everett, in giacca nera, camicia rossa, jeans, un Maggiolino scassato, esplora l'universo dei mostri, dei fantasmi, dei morti (viventi o ritornanti), con un'umanità e - anche lui - un senso di giustizia profondi. Poche donne non si innamorano di lui che, immancabilmente, è senza il becco di un quattrino, ha un "mezzo senso" in più che gli fa percepire cose che a noi umani sfuggirebbero e ha contribuito non poco alla continua fortuna della casa editrice.

Casa editrice che annovera in catalogo anche altri riusciti personaggi. Suoi sono l'archeologo in giro per il globo impegnato a sbrogliare i misteri dall'antichità o da altre dimensioni Martin Mystere (eternamente fidanzato e accompagnato da un troglodita dalle intuiozioni fulminanti) oppure Mister No, ex capitano nell'Amazzonia, o Nathan Never per non lasciare del tutto sguarnita la fantascienza. E' sempre della Bonelli "Julia - Le avventure di una criminologa (dall'ottobre 1998), che vede protagonista una bella detective che nei tratti ricorda un po' Audrey Hepburn, personaggio innovativo che come molti protagonisti delle saghe bonelliane ha debolezze, momenti di tristezza e altri di gioia. Senza dimenticare Dampyr (dall'aprile 2000), tenebroso e leale cacciatore di vampiri cattivi e di malvagi nei secoli. che agisce insieme a una bella vampiressa e altri personaggi dai poteri particolari.
da l' Unità
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da Tiscali
Sergio Bonelli e Tito Faraci Sergio Bonelli e Tito Faraci 

Addio a Sergio Bonelli, Faraci: "Non ha mai tradito i lettori"

di Andrea Curreli
Tex, Dylan Dog, Zagor, Mister No, Martin Mystère e ancora Magico Vento, Brandon, Dampyr. Sono tanti i personaggi che Sergio Bonelli ha regalato al mondo del fumetto italiano facendo sognare attraverso i suoi celebri albi intere generazioni di giovanissimi. Oggi il grande editore si è spento a 79 anni al San Gerardo di Monza dove era ricoverato da qualche giorno per una malattia e ha lasciato un vuoto pesante tra i numerosi amanti dei "comics" che popolano il Belpaese. Non solo i fan che assediavano le edicole, ma soprattutto i suoi più stretti collaboratori ovvero quei fumettisti che proponevano e discutevano con lui storie e personaggi. Tra questi c'è Tito Faraci che per la Sergio Bonelli Editore ha curato storie di Dylan Dog, Martin Mystère, Zagor, Nick Raider e Magico Vento e ha ideato la serie di fantascienza Brad Barron pubblicata a metà degli anni Duemila. Il noto fumettista è sintetico: "E' un momento molto doloroso".
Faraci, c'è un episodio di Bonelli che ama ricordare?
"E' difficile ricordare e quindi raccontare un singolo episodio. Una volta eravamo nel suo studio e abbiamo iniziato a parlare di una storia di Tex. Le ore sono passate e la luce del giorno è scomparsa. Alla fine eravamo solo due ombre che continuavano a discutere. Quando era preso da una storia dimenticava tutto il resto. Sergio Bonelli non era il classico editore che guardava solo ai numeri, ma una persona che amava parlare e farsi raccontare le storie dei suoi fumetti".
In che modo Sergio Bonelli ha caratterizzato e rivoluzionato il fumetto italiano?
"Lui diceva sempre che quello bonelliano era rimasto una sorta di Forte Alamo nel panorama del fumetto italiano, assediato da tanti altri modi di diffondere e raccontare l'avventura".
Che cosa intende dire?
"Sergio Bonelli ha creato un grande strumento per raccontare l'avventura. Mentre nella letteratura nessuno scriveva più polizieschi o western e anche il cinema smetteva di farlo, la Bonelli andava avanti a raccontare quel tipo di storie. C'è stata una generazione che ha continuato a scrivere in quel modo le storie d'avventura proprio perché c'era Sergio Bonelli. Questo è il suo merito più grande".
Negli anni i suoi fumetti hanno conquistato i gusti di generazioni diverse, qual era il suo segreto?
"E' sempre stato fedele a se stesso e per questo il lettore poteva fidarsi di lui. Non ha mai cercato di assecondare la mode".
Qual è l'eredità che Sergio Bonelli lascia ai suoi lettori?
"Una grandissima eredità. Basta andare sul sito della Bonelli e guardare la quantità dei personaggi presenti. E' una casa editrice che può raccontare tantissimi tipi di storie, con una grande coerenza e un modo preciso. E' l'eredità di uno stile di racconto".
C'è un personaggio che Bonelli amava molto, ma che non trovò il consenso dei lettori?
"No. Sergio Bonelli ha amato tutti i suoi personaggi e non si è mai sentito tradito da nessuno di loro. Neanche da quelli che sono andati meno bene".
Come avete ideato Brad Barron?
"Ci credeva tantissimo e Brad Barron è stato un fumetto bonelliano al cento per cento. Dato che era la mia prima miniserie, pensava che avrei ideato qualcosa di strano. Invece io ho creato un fumetto pieno di spirito bonelliano. Alla fine ci siamo divertiti tanto".

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