La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

venerdì 30 settembre 2011

''Colpo alla nuca'' di Sergio Lenci

 
Articolo 21 - Libri
Sergio Lenci, Colpo alla Nuca, Il Mulino, Bologna 2010
Sergio Lenci, Colpo alla Nuca, Il Mulino, Bologna 2010 È il 2 maggio 1980, l'Italia sta vivendo uno dei periodi piu' difficili del dopoguerra. Il terrorismo colpisce sistematicamente uccidendo e ferendo uomini noti e meno noti: operai, giudici, giornalisti, economisti, poliziotti.

Quella mattina, in una Roma assolata, nel mirino di un commando di prima linea c’è Sergio Lenci, architetto, colpevole - agli occhi dei suoi attentatori - di aver progettato il carcere di Rebibbia. Legato, con un cerotto sulla bocca viene trascinato nel bagno del suo studio. Qui, sdraiato tra il water e il lavandino, gli sparano un colpo di pistola alla nuca.

Poi fuggono. Il proiettile si conficca nell'osso, ma Sergio Lenci non muore. Per 21 anni vivrà con quel pezzo di piombo in testa. La sua vita cambierà per sempre.
Il suo diario scritto dopo quella drammatica esperienza è diventato un libro “Colpo alla nuca. Memoria di una vittima del terrorismo”, edito dal Mulino.  Centosessantasette pagine dure, come il proiettile che lo ha colpito, per raccontare  la sua vita di sopravvissuto, la solitudine che lo ha circondato, la difficolta’ a tornare nel mondo normale, ma soprattutto l’urgenza di dare un senso a quello che era successo.

Perche’ io?  Si chiede con dolore Sergio Lenci. Poi la domanda si trasforma. Lenci ha bisogno di capire il perché del terrorismo, della scelta della violenza.  Deve sapere.
Cerca delle risposte nel processo. Poi negli incontri che ha con gli uomini e le donne del commando che gli sparò, confrontandosi con loro anche in maniera dura per cercare la verità.

Nel racconto degli anni che sono seguiti a quel 2 maggio del 1980 colpisce la grande forza morale di Sergio Lenci che si traduce in una forte e pressante domanda di senso. Non in richiesta di vendetta. Dalle sue parole non traspare mai l’odio. Anzi. Le ultime lettere che scrive a Giulia Borrelli, unica donna del commando, si aprono con un “Cara Giulia” e una di queste si chiude con “mi auguro che lei e i suoi bambini stiate bene e che la situazione migliori verso la completa libertà. Cordialmente”.
Sergio Lenci è morto il 20 marzo del 2001, 21 anni dopo quel terribile giorno di maggio. Nella sua testa il proiettile. E ancora molti interrogativi irrisolti.

Daniela de Robert

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