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Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

sabato 3 settembre 2011

Tex, il mito raccontato dai maestri del disegno

IL FUMETTO

Tex, il mito raccontato 
dai maestri del disegno

Nella serie Speciale, in un grande formato a colori, rivive l'idea di Sergio Bonelli di fare interpretare le avventure dell'eroe del West ad artisti di fama internazionale. Da domani in edicola con Repubblica il primo albo firmato da Guido Buzzelli di LUCA RAFFAELLI

UNA SERIE Speciale di Tex, realizzata dai più grandi disegnatori del mondo. L'idea è nata a Sergio Bonelli in occasione dei festeggiamenti per i quarant'anni del personaggio creato da suo padre Gianluigi Bonelli e da Aurelio Galleppini nel 1948. Da qualche mese infatti teneva nel cassetto un episodio disegnato da Guido Buzzelli. Così Sergio Bonelli ricorda la nascita di questa collana che Repubblica e l'Espresso propongono in edicola da domani in grande formato e per la prima volta a colori.

LO SPECIALE SULLA COLLANA 1

"Da sempre ho avuto una passione per Guido Buzzelli, un grande disegnatore. Nella metà degli anni Ottanta sono riuscito finalmente a convincerlo a realizzare un episodio di Tex. Mi aspettavo da lui un'interpretazione classica. Pensavo così di dare inizio a una collaborazione per la serie normale. Buzzelli però ha voluto accentuare l'aspetto grottesco che c'è nel suo segno straordinario. Allora di fronte alle sue tavole ho avuto, diciamo così, un momento di vigliaccheria. Non me la sono sentita di presentare quel Tex così particolare ai lettori che stravedono per Galleppini e Ticci.

E così, è nata l'idea degli "Speciali", che poi sarebbero stati chiamati comunemente i Texoni: quella di coinvolgere disegnatori particolari e insoliti che avrebbero potuto interpretare Tex senza rinunciare al loro stile. Ho chiarito il tutto con i lettori tramite una dichiarazione d'intenti. E così è nato questo grande successo".

Grazie all'idea di questa collana alcuni dei disegnatori che sono stati coinvolti, per esempio i tanti spagnoli (da Victor De La Fuente a Ortiz, da Font a Sommer) sono poi davvero diventati disegnatori della serie regolare.
"Quando una ventina di anni fa partecipavo (più di quanto non faccia ora) alle mostre di fumetti in giro per il mondo, ero diventato amico di molti grandi disegnatori, di molti numeri uno. Per esempio di quelli spagnoli. Ma quando io proponevo il Texone loro si spaventavano per il numero di pagine. Più di duecento tavole: un lavoro lungo due anni almeno. Ma a poco a poco sono riuscito a convincerli, soprattutto chiarendo che sarebbero stati liberi di mostrare il loro stile. Tra gli spagnoli c'è stato anche Bernet, autore di Torpedo. Ed è stato bravo Claudio Nizzi a cucirgli una storia su misura, inserendo un affascinante personaggio femminile, di quelli maliziosi che lui sa disegnare così bene".

Il Texone più leggendario è quello di Magnus. Colui che era stato il disegnatore di Kriminal, Satanik e di Alan Ford, ha realizzato il suo Speciale impiegando sette anni. "Magnus era di una sincerità scoraggiante: i suoi "no" mi lasciavano senza speranza. Cambiò idea una sera in cui eravamo stanchi tutti e due, a un festival dell'Unità non mi ricordo se a Ferrara o a Reggio Emilia. Misteriosamente mi chiese se ero sempre dell'idea. E io figuriamoci se non lo ero. Quella del suo Texone è diventata una vicenda mitica. Però per me era soprattutto una grande sofferenza. Anche perché lui si dimostrava giudice più severo di me. Se mostrandomi le tavole riusciva a scorgere un particolare di cui non era soddisfatto voleva riportarsele indietro. Io lo rincorrevo per le scale per fargli cambiare idea. È stato incredibile che sia morto pochi giorni dopo aver consegnato tutto, dopo un lavoro così lungo".

Bonelli, girando per il mondo, ha coinvolto grandi firme del fumetto internazionale. Per esempio lo statunitense Joe Kubert, che è stato uno degli interpreti di Tarzan e ha firmato perfino un drammatico resoconto della guerra nell'ex-Jugoslavia attraverso i fax del suo agente Erwin Rustemagic, che viveva a Sarajevo.

"A Kubert sono arrivato proprio grazie a Rustemagic. Sono andato a incontrarlo nel New Jersey, e mi ha fatto davvero una bella sensazione: quella di un uomo sereno. Mi sarebbe piaciuto un Texone da Moebius, e abbiamo molto scherzato su questo tutte le volte che ci siamo incontrati. Mi chiedeva "Allora lo facciamo questo Tex?". E forse è nato da uno scherzo con lui il desiderio di coinvolgere Colin Wilson, disegnatore neozelandese che ho visto una sola volta, un cittadino del mondo che aveva disegnato alcune avventure del tenente Blueberry, prendendo il testimone del grande disegnatore francese".

Incredibile come anche certe collaborazioni siano da raccontare come delle lunghe avventure.
"È stato piuttosto complicato lavorare con Oreste Suarez, disegnatore cubano. Erano difficili le comunicazioni con lui, che ha avuto anche dei problemi di salute, ed era costretto a disegnare seduto sul letto dell'ospedale. Ma è stato bello trovare per lui una storia (scritta da Mauro Boselli, mentre io ho avuto solo il merito dell'idea iniziale) ambientata proprio a Cuba. Nessuno avrebbe potuto disegnarla come lui. Certo che i due anni previsti per la realizzazione di un Texone sono spesso diventati due e mezzo e anche tre, e per me quella è diventata una vera ossessione. Fortuna che ho potuto contare sui collaboratori della mia casa editrice. È stato sempre un sollievo vedere che quando affidavo il compito a loro mi davano sempre il meglio rispettando i tempi di consegna. Perché, bisogna dirlo, alcuni dei talenti più grandi del mondo sono proprio cresciuti con me".

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