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venerdì 22 marzo 2013

KHATT Mostra di arte calligrafica araba di Giulia Giorgi e Nilufar Reza




KHATT
Mostra di arte calligrafica araba
di Giulia Giorgi e Nilufar Reza


Cagliari, Centro comunale d’arte e cultura Il Ghetto

dal 21 marzo al 14 aprile 2013


Inaugurata giovedì 21 marzo alle ore 18 nelle Sale della Corona del Centro comunale d’arte e cultura Il Ghetto di Cagliari Khatt, mostra di arte calligrafica araba di Giulia Giorgi e Nilufar Reza, realizzato in collaborazione con il dipartimento di filologia, letteratura e linguistica dell’Università degli studi di Cagliari.

LA MOSTRA
Khatt è calligrafia, ma anche linea, riga, striscia, tratto, solco, tracciato, scrittura. L’arte calligrafica araba è la chiave che apre all’immaginario gli infiniti orizzonti della sensibilità artistica dei mondi dell’islam. Le linee ascendenti che s’intrecciano con quelle orizzontali consentono una stilizzazione dei caratteri e una geometrizzazione degli spazi che fanno dell’astrazione una sintesi di parole e idee, di scrittura e immagine.

Per raccontare come la bellezza custodita negli antichi segni parli i linguaggi dell'arte contemporanea, due artiste Giulia Giorgi e Nilufar Reza saranno ospiti del Ghetto sino al 14 Aprile, con un allestimento che trova spazio nelle sale interne al percorso della mostra Piranesi ritrovato. L’ideologia del bene comune per la città. Si tratta di tele e miniature che nascono da una rivisitazione degli stili classici della scuola calligrafica araba e persiana.
Giulia Giorgi espone 15 tele esemplificative della sua ricerca artistica sia in stile classico che negli adattamenti moderni. Nilufar Reza presenta invece cinque miniature che raccontano la percezione moderna dell’antica arte iconografico-miniaturistica persiana.

Giulia Giorgi e Nilufar Reza, ospiti dell'Università di Cagliari, terranno anche un laboratorio di calligrafia araba. In occasione dell'inaugurazione della mostra, le due artiste,  insieme a Wasim Dahmash, docente di Lingua e Letteratura araba, accompagneranno i visitatori e gli allievi alla scoperta di Khatt, un percorso nei segni e nei simboli dell'arte araba, declinati dalla moderna sensibilità femminile.

La calligrafia è uno dei pilastri delle arti arabo-islamiche, che si ritrova non solo nelle arti pittoriche, ma anche in quelle manuali e architettoniche. Fondamento delle arti figurative delle civiltà arabo-islamiche, la calligrafia araba affonda le sue antiche radici nella scrittura nabatea e aramaica. Nei primi secoli della civiltà arabo-islamica, l’arte calligrafica diventa motivo ornamentale dei grandi monumenti dalle moschee di Gerusalemme e Cordova, al Taj Mahal di Agra e all’Alhambra di Granada. Si sviluppano stili diversi che fanno di ogni manoscritto, di ogni iscrizione, di ogni ceramica, legno, metallo o vetro un’opera unica e irripetibile.


BIOGRAFIE

Giulia Giorgi, inizia a studiare calligrafia nel 2005 con il maestro iracheno Mohammed al-Nouri. Approfondirà poi lo studio calligrafico negli anni successivi con Fereshteh Rezaifar, grazie al quale incomincia ad interessarsi anche di miniatura. Successivamente collabora con Hicham Chajai, calligrafo tunisino-francese, che si occupa principalmente di calligrafia moderna e continuerà lo studio in Tunisia nel 2010.

Nilufar Mohammad Reza, nata a Roma nel 1990, ha iniziato la sua carriera di miniaturista seguendo gli insegnamenti della maestra Fereshteh Rezaeifar dell’accademia delle belle arti di Teheran. La miniatura, arte molto meno praticata rispetto alla calligrafia, deve quasi tutta la sua storia alla cultura persiana. Nilufar Reza è una delle poche eredi di questa tradizione a Roma. Insieme a Giulia Giorgi stanno intraprendendo un percorso artistico congiunto esponendo spesso insieme e realizzando progetti a quattro mani.



L'alfabeto arabo
L’alfabeto arabo, scritto da destra a sinistra, è composto da 28 lettere che sembrano avere differente forma a seconda della loro posizione nella parola (iniziale, mediana, finale o isolata), non ha lettere maiuscole e non spezza le parole per andare a capo. La lunghezza delle lettere non è fissa perciò sono possibili allungamenti estetici.
Un’altra particolarità è la presenza di lettere omografe che si distinguono solo grazie a dei punti che vengono messi sopra o sotto (punti diacritici), perciò esistono solo 19 forme per scrivere 28 lettere.
Un’altra caratteristica dell’alfabeto arabo è la vocalizzazione: l'alfabeto non presenta vocali brevi che sono quindi marcate da segni convenzionali normalmente omessi.

Un po' di storia
La calligrafia araba non si riferisce solamente alla grafia della lingua araba, ma anche a quella di altre lingue che adottarono l’alfabeto arabo come il turco (prima della riforma di Ataturk) o il persiano.
E’ importante ricordare che, nel corso dei secoli, popolazioni che si servivano di altri idiomi, dall’Andalusia fino all’Indonesia, utilizzarono questo alfabeto e ne influenzarono l’evoluzione.
La calligrafia è uno dei pilastri delle arti arabo-islamiche, che si ritrova non solo nelle arti pittoriche ma anche in quelle manuali (lampade, piatti, etc.) e architettoniche.
Qualche volta quest’arte celebra un messaggio religioso (versetti coranici), ma è ugualmente usata per l'espressione di proverbi, poesie o come elemento puramente decorativo con ripetizione di motivi.
Nel corso dei secoli, diversi contesti storici e geografici originarono stili differenti e sviluppi paralleli.
La copiatura dei testi sacri ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della calligrafia, infatti l’espansione dell’Islam e la conversione di popolazioni non arabe e non musulmane nelle nuove regioni musulmane ha comportato l'affluenza di centinaia di nuovi calligrafi di diversa formazione artistica.
In passato i calligrafi ebbero un ruolo molto importante all’interno della società. Le tecniche calligrafiche raggiunsero un tale livello che era praticamente impossibile copiare il loro lavoro senza una lunga ed adeguata formazione.
I calligrafi erano uno dei pilastri del potere ed ebbero una fondamentale importanza nella diffusione delle idee e nel simboleggiare e personificare il potere.
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione i calligrafi persero il loro ruolo specifico nella società, ma nonostante ciò quest’arte non perse la sua forza e continuò a svilupparsi sul fronte più puramente artistico.
I calligrafi moderni si dedicheranno molto all’invenzione di nuovi utensili, stili e supporti adattandoli alla loro visione di quest’arte, il cui l’obiettivo diventa quello di suscitare sensazioni piuttosto che dare un messaggio scritto.

Stili calligrafici
Nel corso del tempo lo sviluppo della calligrafia attraversa differenti periodi storici (omayyade, abbaside, etc.) e regioni diverse. Nacquero così le scuole artistiche persiana, turca, magrebina, indiana, cinese, etc. che danno vita a stili particolari fra i quali ricordiamo:
* le calligrafie zoomorfe;
*  le calligrafie speculari;
* il microscopico stile ghubaar (che significa polvere) con cui il celebre Ibn al-Zamakjala trascrisse l’intero testo coranico su un guscio di uovo di struzzo.
Le città eccellenti nell’arte calligrafica diedero il proprio nome allo stile: il kufico è di Kufa, il makki de La Mecca, il madani di Medina, il kerouanese di Kerouan.









Alcuni nomi degli stili calligrafici si devono a epoche o dinastie regnanti: lo stile fatimide o mameluco.





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