La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

sabato 28 giugno 2014

Comizi d’amore a Berlino

da il manifesto

Comizi d’amore a Berlino

Moscow Mule. Un reportage di un magazine tedesco - in cui si parla delle donne single - crea una discussione in rete e non solo
Si pen­sava che fosse una ciarla come tante al ban­cone del bar, poi la discus­sione si allarga e con­ta­gia intere cer­chie di amici fino a quando un popo­lare maga­zine in lin­gua inglese, «ExBer­li­ner», sfo­dera un repor­tage sulla piaga delle donne sin­gle a Ber­lino. «Sono sve­glie, sexy e non tro­vano nes­suno. Per­ché Ber­lino è la capi­tale delle donne sin­gle in Europa?».
Una lunga serie di testi­mo­nianze di donne tra i 25 e i 40 anni, anche pro­ve­nienti da altre città, sve­lano quello che chi vive qui da un po’ già sa per espe­rienza più o meno diretta: l’autarchia affet­tiva non rispar­mia nes­suno. L’individualismo chiuso nel pro­prio­ba­locco quo­ti­diano dove già il pro­prio giro ami­cale esau­ri­sce tutta la voglia dell’ «altro» , la comoda soste­ni­bi­lità eco­no­mica per chi vive solo,hic et nunc come se non ci fosse un domani, sono que­ste le rotte della vita di rela­zione. «Non ne posso più», si sfoga una ragazza fran­cese di 34 anni, che chia­me­remo Anita per­ché non vuole essere iden­ti­fi­cata, «non si rie­sce a fre­quen­tare qual­cuno per più di tre volte, spesso sono pure impe­gnati, se cer­chi un con­fronto per capire meglio ti guar­dano come fossi un alieno, per non par­lare degli arti­sti: se li cono­sci li eviti.
E comun­que ci tengo a dire che io non sto cer­cando marito». Insomma, un bol­let­tino di guerra. Ma non sarà una que­stione di spi­rito del tempo, piut­to­sto che un pro­blema solo ber­li­nese? Alcuni cono­scenti a Lon­dra o a Bru­xel­les espri­mono le stesse per­ples­sità per cui nean­che que­sta volta si può addi­tare il pro­to­tipo del tede­sco algido e la solfa della grande città non regge più. Ma è troppo pre­ca­ria e iti­ne­rante que­sta gene­ra­zione, forse, per non con­si­de­rare il qui ed ora come un dato di fatto, più che una scelta non neces­sa­ria­mente sof­ferta. Anita si chiede cosa fare.
Nel momento in cui il repor­tage di Exber­li­ner è stato pub­bli­cato online i com­menti hanno disin­te­grato il vaso di Pan­dora. I più inte­res­santi sono quelli degli uomini che si chie­dono per­ché le donne non abbas­sino i loro stan­dard e per­ché appli­chino lo stesso approc­cio verso il lavoro a que­stioni asso­lu­ta­mente non orga­niz­za­bili, «e comun­que tengo a pre­ci­sare che anche io ho lo stesso pro­blema con le donne che non sanno quello che vogliono». No non lo sapete voi, risponde qual­cuno. C’è chi azzarda la teo­ria della troppa, grande, offerta, Anita si inal­bera: «Dove stiamo? Al supermercato?».
A pla­care il furioso dibat­tito ricco di acute pro­vo­ca­zioni («se sei sola fatti una domanda e datti una rispo­sta») arri­vano i teo­rici della recente forma di urba­niz­za­zione ber­li­nese. Secondo que­ste teo­rie la bor­ghe­sia crea­tiva ha inne­stato in città, oltre a un giro per­verso di danaro e mar­ke­ting, anche depre­ca­bili valori altret­tanto bor­ghesi come l’omogamia. Per altri è il neo­li­be­ri­smo stesso che con la sua costola, la gen­tri­fi­ca­zione, e la sua coper­tura, la crea­ti­vità, fago­cita nei mec­ca­ni­smi del con­su­mi­smo qual­siasi tipo di rap­porto umano.
Anita è con­fusa, lei voleva solo andare al cinema con un ragazzo gen­tile. Cosa cerca dun­que Anita? Al di là dei vari isti­tuti di aggre­ga­zione umana come i fidan­za­menti e matri­moni, che non sono obbli­ga­tori per nes­suno, resta la cabala delle per­sone che girano intorno a tutti noi e alla sua tenera età Anita dovrebbe già aver capito che su quello non c’è geo­gra­fia che tenga.

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