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domenica 18 dicembre 2011

«Ascoltavo le maree» l'esordio narrativo di Guido Mattioni


da ilSole24ORE Cultura-Domenica > Libri

«Ascoltavo le maree» l'esordio narrativo di Guido Mattioni


Guido Mattioni per il suo esordio narrativo ha scelto di prescindere dalla carta e di scavalcare con un click l'oceano. "Ascoltavo le maree", romanzo che si aggiunge nella bibliografia di Mattioni ad alcuni saggi, è stato infatti edito come ebook da Smashwords, big dell'editoria digitale che ha sede a San Jose in California. Rarissimo caso in cui un libro è pubblicato in contemporanea sia nell'originale italiano sia in traduzione inglese (con il titolo "Whispering Tides"), "Ascoltavo le maree" è venduto a 5,99 dollari su Smashwords ed è distribuito anche sui più noti scaffali virtuali del mondo anglosassone.
Mattioni che da giornalista, inviato, caporedattore e vicedirettore ha lavorato per Il Giornale, Epoca e altre testate, ha scelto come protagonista della sua prima prova narrativa un "collega", Alberto Landi. Alberto ha da poco perso la moglie Nina e vive male a Milano, luogo di "grigiori climatici ed esistenziali".
Nel ricordo della moglie che gli è stata strappata da un'improvvisa malattia, la città in cui ha lavorato una vita gli sembra ormai un porto senza attracchi. E alla prima vigilia di Natale passata da solo sotto la Madonnina Alberto sente tutta la sua estraneità: "Avevo guardato gli altri in giro per la città senza quel ‘mio' ingiusto e intollerabile dolore dentro, li avevo visti procedere a due a due, coppie abbracciate, comprendendo per la prima volta che cosa volesse dire la parola ‘disperato'".
Il carezzevole richiamo di Savannah, cittadina della Georgia che per Alberto e Nina era diventato luogo d'elezione, si fa irresistibile e Alberto sale su un aereo diretto nel sud degli Stati Uniti. Savannah, città d'acque provvista di un'addolcita e quieta americanità tutta sua, è il nido, la patria di riserva al di là dal mare, il serbatoio di amicizie genuine capace di allentare il dolore per la mancanza di Nina, mentre Alberto ritesse i fili della propria esistenza.
Blocco d'appunti in cui riorganizzare il passato sentimentale per provare a costruire un futuro, "Ascoltavo le maree" è il canto d'amore del naufrago per Savannah che l'ha accolto e ristorato, canto in cui come un Leitmotiv si inserisce periodicamente la commossa elegia per Nina. Mattioni costruisce il racconto con un intreccio di divagazioni. Un suono, un profumo, uno scorcio della cittadina georgiana sollecitano la memoria e stimolano la narrazione. La storia della vita di Alberto, che sa amare ogni angolo di strada e ogni pontile dello spicchio di mondo che ha scelto come posto dell'anima, riemerge così capitolo per capitolo, arrotondata in ogni asprezza dal colpo d'occhio più saggio concesso dal placido angolo di Georgia in cui "le percezioni positive sono dappertutto, volano nell'aria. (…) A volte è un semplice cenno della mano, altre un largo sorriso, oppure anche soltanto un fugace tocco delle dita sulla falda di un cappello di paglia".
Intorno al protagonista del romanzo un coro di savvannhesi racconta la propria città e ne trasmette intatto il "mood". Liz, l'amica di sempre di Alberto e Nina, è la regina dell'accoglienza. Morty ha un passato che nessuno conosce, "anche se guardandolo nell'azzurro degli occhi è difficile immaginare qualcosa che sia anche appena diverso dal concetto di buono". Gus, dopo mesi che non lo vedi sa riallacciare il discorso come se ti avesse salutato la sera prima.
Leviticus Taylor, anziano ex portuale nero e ingenuo poeta è curioso del mondo ("Anche in Europa la gestazione delle donne dura come qui da noi nove mesi?;"Sono riusciti a raddrizzare la torre pendente?"), ma non abbastanza per andarlo a vedere; in tutta la sua vita è stato soltanto una volta ad Atlanta ("Sono poco più di quattro ore di automobile e, se ricordo bene, guidava mia figlia Eleonore"). Guai però a offendere il senso di appartenenza degli abitanti della città: punta sul vivo da una frase incauta di una giornalista newyorchese, Margie Bellamy, "la più voluminosa, nonché indiscussa decana delle guide turistiche di Savannah", sfoga a male parole tutto il suo fumantino orgoglio sudista su quegli "zigomi metropolitani, resi e mantenuti ossuti da una prevedibile dieta a base di cene e finger food".

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