SALONE DEL LIBRO A RISCHIO SPONSOR
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Il Salone per ristrettezza di risorse rinuncia all’ampliamento all’Oval, come era successo l’anno scorso. Ma propone una sinergia con il cinema, che potrebbe diventare un filone importante di sviluppo. La collaborazione con il Circolo dei Lettori (“Era ora che facessimo qualcosa assieme”, ha dichiarato il presidente Luca Beatrice), oltre alle 7 serate tematiche della Città Visibile, arricchite da video e musica e sotto la regia di Marco Ponti, porterà alla realizzazione di una mostra sui 25 oggetti che hanno cambiato Torino in questi 25 anni. “Ci saranno la felpa con su scritto Torino – anticipa Beatrice, che preannuncia un allestimento spettacolare – le Superga tricolori, gli anelli del 150° sulla Mole, ma anche il kebab”. Per il direttore editoriale Ernesto Ferrero “le crisi sono occasioni da non sprecare, insegnano più di una vittoria che bisogna guardare avanti”. Questi 25 anni hanno dimostrato “che il pubblico è maturo e chiede una cultura attiva, non calata dall’alto, un confronto vero, uno scambio interattivo”. Maurizio Braccialarghe ritiene il Salone del libro “una colonna delle attività culturali d’Italia, una delle cose più positive di Torino dal 1988 a oggi”. Altre città ce lo invidiano, dice l’assessore alla cultura del Comune di Torino, “dobbiamo difendere il lavoro fatto, il Salone deve rimanere un’eccellenza di Torino”. La mancanza di risorse, spiega Braccialarghe, impone scelte dolorose, salvare le attività più meritevoli. “Ma in sei mesi non ho trovato una sola attività culturale a cui poter mettere una croce sopra”. Spegnere le luci sulla cultura e lo spettacolo sarebbe un errore, ammette, perché “la cultura in Piemonte rappresenta 33 mila posti di lavoro e perché i 5 milioni di turisti che sono venuti a Torino nel 2010 hanno portato 1,3 miliardi di euro”. Per Ugo Perone, assessore alla cultura della Provincia di Torino, “non si deve solo difendere e salvare ma innovare e progettare”. Perché “la crisi modificherà i comportamenti individuali e sociali, qualcosa cambierà”. E “la cultura deve essere il luogo dove si pensa il futuro”. Michele Coppola, assessore regionale alla cultura, ha ribadito che “il Salone non si tocca”. Ma visto che le risorse sono meno rispetto a una volta, “non ci possiamo più permettere diversi contenitori culturali”. La polemica è con i finanziamenti della precedente giunta Bresso. “Dicevano che avremmo tagliato i finanziamenti alla cultura – continua Coppola – Non è vero, ma bisogna definire priorità che garantiscano occupazione e una ricaduta economica”.
Roberto Ponte
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