La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

mercoledì 11 gennaio 2012

Giulietta prega senza nome, di Elena Torresani



di ilmioesordio, i 30 migliori romanzi del 2011. Il commento di Scuola Holden , I libri di ilmiolibro.it
"Come fai ad avere un sottofondo come With or without you degli U2 senza desiderare di precipitare tra le braccia di qualcuno?" Già, come si fa? E ancora: "C'era sempre un buco, nel mio centro. Mi aggiravo per la vita come un Emmental, come un tacchino sviscerato alla ricerca del suo ripieno, aspettando con ansia il suo giorno del Ringraziamento." Suona familiare? Sentite questa: "Ero una bambina perpendicolare, di quelle che si schiantano sempre contro le cose." Vi dice niente? Ebbene, benvenuti nel fantastico mondo di Giulietta prega senza nome. Autobiografia? Romanzo? Autobiografia romanzata? Poco importa, davvero, perché lì dentro c'è anche un pezzo di voi - un pezzo di noi tutti - ed è impossibile non identificarsi con la voce narrante della protagonista. Una voce che, come avrete già capito, è sempre scoppiettante, sincera. Sfrontata. Disarmante nelle sue intuizioni. Tanto nel raccontare lìinfanzia, lìadolescenza e i primi amori, quanto nell'evocare le incertezze cosmiche dell'età adulta, e il grande punto interrogativo della morte.



Ecco l'incipit del romanzo:

La mia famiglia è stata profondamente matriarcale. Gli uomini hanno sempre lavorato come dei muli, bevuto come dei lupi di mare e cantato a squarciagola come maestri di balera, ma la voce narrante di tutta la nostra storia sono sempre state le donne, coi loro petti generosi e i loro tagli cesarei d'altri secoli. Ce n'era uno stuolo vociante la mattina del 1972 in cui finalmente decisi di venire al mondo. Non volevo proprio saperne di nascere: era l¿8 agosto il termine previsto, ma io stavo troppo bene nella dimensione amniotica. Sarei stata una fantastica, generosa, determinata, dinamica bambina nata sotto il segno del Leone. Niente da fare. "La presa per il culo è cominciata da lì", diceva la zia Norma. Continua a leggere


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