Da leggere: "Il poeta di Gaza" di Yishai Sarid
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Una
società soffocata dalla violenza che ormai dubita di se stessa. Questa
l'immagine di Israele che esce da "Il poeta di Gaza" di Yishai Sarid,
vincitore del Grand prix de littérature policière nel 2011. Un romanzo
feroce che testimonia come la pratica sistematica della violenza,
comunque giustificata, renda i perseguitati simili ai persecutori.
Sivan Kotler
Con
una scrittura diretta, "israeliana", Sarid descrive una società fredda e
corrotta, popolata da anime complesse e infelici, inquinate dall´aria
politica che avvolge quotidianamente Israele e il Medio Oriente.
"Un
intervento a cuore aperto della società israeliana", così il quotidiano
Haaretz ha definito Il poeta di Gaza, il nuovo libro di Yishai Sarid,
meravigliosamente tradotto da Alessandra Shomroni, in uscita questo mese
in Italia con la casa editrice E/O.
Con
una scrittura diretta, "israeliana", priva di ogni traccia di
sentimentalismo e tentativi di compiacimento, Sarid descrive una società
fredda e corrotta, popolata da anime complesse e infelici,
profondamente inquinate dall´aria politica che avvolge quotidianamente
Israele e il Medio Oriente.
Il
protagonista de Il poeta di Gaza è un agente segreto dell´intelligence
israeliana, torturatore e torturato, privo di nome e d´identità, come
richiede il protocollo. Dopo un "incidente di lavoro" in
cui muore un palestinese sotto interrogatorio soffocato dal proprio
vomito, l´agente perde completamente il controllo su se stesso assieme
alla forza di non vedere ciò che l´anima (anche la più allenata) non è
in grado di contenere.
Inviato
in una nuova missione, inizia a frequentare lezioni di scrittura
creative condotte da Daphna, scrittrice, ex attivista politica di
sinistra, con lo scopo finale di tirar fuori il vero che c´è in lui,
ovvero il poco che è rimasto.
Durante
i loro incontri settimanali in un appartamento di Tel Aviv, i due
osservatori acuti diventano personaggi chiave in una nuova missione
segreta, volta a catturare un terrorista palestinese, lottatore per la
libertà, come viene definito da suo padre, un artista palestinese,
malato di cancro, amico intimo di Daphna.
Atti
di violenza contenuta e misurata allo stesso tempo, indigeribile nella
sua atrocità, vengono commessi da un´anima poetica, vittima non meno dei
suoi avversari in un mondo solitario sopraffatto dalla brutalità.
In
un percorso letterario, ritmico ed aggrappante, cammina l´agente
sull´orlo della barriera difensiva necessaria per affrontare il male.
Lasciato dalla moglie, trasferitasi all´estero insieme al figlio di
quattro anni che non ha mai saputo ascoltare veramente, si trova
costretto di scegliere chi tradire, chi deludere di meno, costretto a
scegliere continuamente una sua verità.
Oltre
alle storie di spionaggio, il libro, poco usuale nel panorama felice
della letteratura israeliana, è un´occasione rara per affacciarsi e
prender parte alla competizione maschile tra i vari rami dei servizi
segreti, e riflettere per poi scegliere, in una situazione
apparentemente senza via d´uscita.
Innegabili
complessi di paternità tra personaggi a partire dalla costante ricerca
di una figura paterna per l´agente, attraverso il rapporto col proprio
figlio, fino alla complessa relazione tra Daphna e suo figlio sedicenne,
utilizzatore di droghe, a contatto con la malavita accompagnano una
storia che non teme di affrontare l´uso brutale che viene fatto dei
sentimenti nel mondo dell´intelligence, universo avvolto in misteri
gloriosi, rivelatosi spesso grigio, banale e sopratutto tremendamente
solitario.
Contenuti
cruenti addolciti da una storia commovente di chi non perde le ultime
tracce d'umanità anche quando il mondo intorno a lui si rivela un luogo
brutale.
Sono
i lati meno piacevoli dell´uomo, che danno spesso l´incipit per
scrivere confessa Sarid, figlio dell´ex politico, Yossi Sarid, fondatore
del partito laico e socialdemocratico di sinistra Meretz.
Ma
oltre alla guerra, gli attentati e le operazioni militari, ci troviamo
di fronte ad una storia fatta di persone, che permette di affacciarsi
all´interno dei seminterrati e delle zone oscure della società
israeliana, combattuta tra la voglia di non vedere e la dolente
sensazione di impotenza di un´esistenza crudele, che lotta per la
speranza della paternità delle sue azioni, di un destino che col passare
del tempo sembra sempre più marcato.
(Da: http://www.formiche.net)
Yishai Sarid
Il poeta di Gaza
Edizioni e/o, 2012
14 euro
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