La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

venerdì 2 marzo 2012

"Il grande Gatsby": il capolavoro di Scott Fitzgerald rinasce grazie alla voce di Claudio Santamaria

Claudio Santamaria e la copertina dell'audiolibro Claudio Santamaria e la copertina dell'audiolibro 

"Il grande Gatsby": il capolavoro di Scott Fitzgerald rinasce grazie alla voce di Claudio Santamaria

di Andrea Curreli
Lo scrittore spagnolo Jesus Marchamalo sostiene che nel rapporto tra il lettore e il libro devono necessariamente esserci delle componenti come il contatto con la carta, le orecchie sugli angoli delle pagine, gli appunti al termine del testo. Questa affascinante e vagamente nostalgica visione della lettura ha il pregio di spostare la lente sull’importanza del mezzo a prescindere dal valore del contenuto e dagli effetti che questo produce nel singolo lettore. Ma la “tradizione”, incarnata dal contatto epidermico con la carta, sta gradualmente lasciando il posto a nuove forme di scoperta e apprendimento dei testi come l’audiolibro. In una società caratterizzata da ritmi frenetici, ormai il libro lo si ascolta. Quindi nessuno si sorprende quando il regista Baz Luhrmann confessa di voler realizzare un nuovo adattamento cinematografico con Leonardo DiCaprio de Il grande Gatsby dopo aver ascoltato l'audiolibro del romanzo di Francis Scott Fitzgerald.
Santamaria voce narrante del testo di Scott Fitzgerald - Proprio il capolavoro letterario americano degli anni Venti torna in libreria nel formato audiolibro edito da Emons. Mentre si diffondono nell’aria le celebri parole dell’incipit - “Al tempo in cui ero assai più giovane e vulnerabile, mio padre mi diede un consiglio sul quale da allora continuo a riflettere.
 'Quando ti viene voglia di criticare qualcuno', mi disse, 'ricorda che a questo mondo non tutti hanno avuto i tuoi stessi vantaggi'” - non è difficile riconoscere la voce di Claudio Santamaria. L’attore, reso celebre da film come L’ultimo bacio di Gabriele Muccino e Romanzo criminale di Michele Placido, interpreta il libro nella traduzione dell’americanista Roberto Serrai pubblicata da Marsilio nell'edizione a cura di Gianfranco Balestra. Fedele all’idea per cui “la lettura è una forma del mestiere dell’attore” Santamaria con la sua interpretazione la bellezza di un testo che ha segnato un’epoca. Con una peculiarità l’attore ha deciso di non modificare la voce narrante dei personaggi che si alternano nella storia.
Gatsby emblema di un'America ruggente e triste - Doveroso, oltre al mezzo, soffermarsi sul libro pubblicato per la prima volta a New York iI 10 aprile del 1925 e considerato una chiave di lettura importante per comprendere gli Stati Uniti della cosiddetta “Età del jazz”. Questo periodo storico si inserisce in una più ampia visione del sogno americano che Fitzgerald sembra voler incarnare nel suo personaggio principale, Gatsby, per poi limarlo e ridimensionarlo. Lo scrittore americano affida al giovane Nick Carraway il compito di raccontare e svelare il mistero che avvolge il suo ricco vicino di casa Jay Gatsby . Quello che viene descritto è un mondo luccicante fatto di tanto denaro, abiti eleganti, feste e quel macchinone giallo e il suo caratteristico clacson a tre note. Dietro a questo affresco che celebra un'America dove i soldi, poco importa se guadagnati onestamente, sono l'unico parametro si cela un uomo triste e tormentato. Gatsby ha avuto tutto partendo dal nulla, ma non l'amore di Daisy. E' un amore romantico ricambiato dal disinteresse in quello strano rapporto tra vecchi e nuovi ricchi. La tragedia finale si consuma con l'omicidio di Gastby nel totale disinteresse di Daisy e di quel mondo di luci cui credeva di appartenere.     
 

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