La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

domenica 27 maggio 2012

Lo straniero e la bambina Introduzione al mondo

Lo straniero e la bambina Introduzione al mondo

La critica letteraria Franca Alaimo recensice il durissimo libro del giovane scrittore di origini albanesi Idolo Voxhogli

Lo scrittore di orgini albanesi Idolo Hoxhvogli

Libro di brutale disincanto, Introduzione al mondo di Idolo Hoxhvogli mette in scena un’umanità spogliata d’ogni valore, inebetita dalla persuasione occulta, pervasa da pregiudizi: un’umanità che ha come sacrario la fanciullezza data in pasto alla deflorazione. Introduzione al mondo è una condanna del sistema sociale, d’ogni clan politico-religioso, un libro in grado di dare vita a immagini e storie al limite dell’assurdo, se non del tutto immerse in esso.
Le immagini utilizzate sono spesso violente e pornografiche, rimandano a simboli dal significato evidente, come i porci che impediscono alla «Legge» di avvicinare il sindaco – chiamato Bunga – della città. La città contemporanea che Hoxhvogli descrive è disseminata di altoparlanti che mandano in cancrena la libertà di pensiero con l’urlo reiterato di «Allegria». L’autore racconta con dettagli realistici eventi simbolici, i quali assumono una dimensione verosimile, tragica e inquietante. Descrive atmosfere intollerabili, da incubo notturno, da cinematografico immaginario noir. Non mancano tinte aggressive e immagini truculente. Tale stile narrativo diventa lo strumento per sottolineare l’assurdità del contemporaneo, il cui giudizio morale è affidato a due punti di vista «out»: lo straniero e la bambina. Dallo straniero l’autore trae l’esperienza di dolore, umiliazione, solitudine, persecuzione violenta e traumatica. L’esperienza della bambina è immersa in un luogo personale occasionalmente felice, ma ben presto invaso dal dolore e dalla scoperta del sesso violento del pedofilo.
Nessuno si salva dalla condanna: la politica, le autorità, la letteratura, la comunicazione mass-mediale, perché, come racconta l’autore, è proprio la Vita ad essere il boia di ciascun vivente. La figura di Gesù viene deformata da una pietà grottesca, da un ironico compatimento: l’ingenuità, la fiducia, la generosità sono qualità che determinano disastrose conseguenze nella vita dei nostri tempi. È chiaro come tanta deformazione corrisponda alla più cocente delusione morale, alla condanna dei farisei, di oggi come di ieri, che decretarono la condanna del Messia, apparentemente pro Barabba, in realtà pro potere politico e religioso. La parola viene data spesso, come nelle favole, ad animali e oggetti, che nella loro insipienza possono giocare la carta dell’indipendenza di giudizio.
Le idee di Hoxhvogli vengono fuori grazie al montaggio d’immagini e dettagli utili alla costruzione di allegorie, le quali raggiungono uno straordinario effetto di surrealismo. I testi di ogni sezione del libro sono unità di una stessa costellazione significante. Hoxhvogli utilizza la ripetitività come creatrice di ritmo. In alcune prose quasi fiabesche la narrazione infantile si lega alla diagnosi di catastrofe del mondo.
La sorgente di tanta veemenza verbo-immaginativa va individuata nella prosa che intitola il libro, in cui si immagina un dialogo fra il malato Leo e il medico Canarini, il quale emette una strana diagnosi: «Lei soffre di eccesso d’anima». Canarini prescrive come cura una pastiglia dal nome «Introduzione al mondo», spiegando che la malattia del paziente conduce ad una «lenta e progressiva paralisi della vita, il non riuscire a fare nulla». Perché l’eccesso d’anima sia una malattia che conduce alla paralisi della volontà, è comprensibile se pensiamo alle qualità richieste all’uomo contemporaneo, il quale è indirizzato all’utile, alla prassi acritica e all’obbedienza al pensiero mediatico. Possedere un tessuto interiore troppo spirituale rende Leo dissonante, difforme e perciò inadatto alla società in cui vive. È dall’eccesso d’anima che si origina la scrittura amara di Idolo Hoxhvogli, la quale, però, rivela una diversa e preziosa filigrana: tensione emotiva; qualità spesso lirica; un’anima tesa, mentre considera il male, al possibile Bene; una fierezza combattiva pronta alla battaglia, per quanto solitaria e vana possa apparire.
Franca Alaimo
critica letteraria
Idolo Hoxhvogli, Introduzione al mondo, Scepsi & Mattana, Cagliari 2012.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.