La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 22 maggio 2012

Paolo Gila e Mario Miscali “I SIGNORI DEL RATING. Conflitti di interesse e relazioni pericolose delle tre agenzie più temute dalla finanza globale”

Paolo Gila e Mario Miscali
“I SIGNORI DEL RATING.
Conflitti di interesse
e relazioni pericolose
delle tre agenzie più temute
dalla finanza globale”
(Bollati Boringhieri 2012).


Milano, 14 maggio 2012. Paolo Gila, coautore del libro con l'avv. Mario Miscali, ha efficacemente riassunto le questioni fondamentali e spiegato le ragioni di inattendibilità delle tre agenzie di rating che dominano il 95% del mercato dei «giudizi», guidate da uomini e da capitali che hanno precisi scopi e ruoli sul mercato finanziario mondiale. Non è pensabile che gli azionisti di riferimento dei fondi di investimento speculativi, componenti dei  consigli di amministrazione, possano dare giudizi imparziali; viene invece da pensare che ogni  parere nasconda anticipazioni sull’andamento dei mercati dei titoli solo per future speculazioni. Occorre quindi pensare con urgenza ad una seria riforma per rendere il rating più differenziato nelle valutazioni: una pluralità di soggetti almeno smonterebbe questo monopolio a tre dei giudizi. La società cinese di rating Dagong intanto, che sta entrando con tutta l’autorevolezza del governo di Pechino alle spalle, spezzerebbe il monopolio della moderna Trimurti (magari calmierando gli impietosi giudizi di rating nei nostri confronti da ultimo emessi), ma si prevede che gli interessi del governo cinese non la rendano affatto meno parziale e interessata delle tre agenzie. L’idea sarebbe di radicare questa agenzia nella piazza di Milano, rimasta desolatamente emarginata dopo il trasferimento del trading ad alta velocità sulla piazza di Londra. Un mero palliativo insomma. L’Autore ha alla fine richiamato i cinque pilastri (responsabilità, concorrenza, trasparenza, efficienza, indipendenza) per una seria riforma, illustrati alla fine del libro. Per prima cosa le agenzie di rating non devono, per la stessa credibilità dei loro giudizi, avere conflitti di interessi all’interno dovuti alle partecipazioni strategiche in operazioni finanziarie dei loro stessi amministratori e azionisti con rilevanti interessi su ogni mercato. Altrimenti i “Signori del Rating” continueranno ad agire nell’ombra e a giocare con gli specchi.

Numerose e interessanti le osservazioni degli ospiti invitati. Lo scrittore Angelo Gaccione auspica l’abolizione totale del rating demandato a società private, dovendosi prevedere piuttosto enti soggetti al controllo di autorità indipendenti. L’avv. Elio de Toffol ha evidenziato la disumanità del sistema, affidato a macchine che decidono tramite algoritmi il buono e il cattivo, la vendita o l’acquisto con metodi folli come l’HFT High Frequency Trading. A fronte dello sviluppo sfrenato della tecnologia non c’è un corrispondente pensiero umano avanzato, manca un’umanità evoluta capace di non delegare, di riappropriarsi delle propri responsabilità e scelte. L’impero del rating e quindi dei Signori del Rating deriva dal potere che noi gli diamo. E ha citato Etienne De la Boétie, contemporaneo di Montaigne, nel suo “Discorso sulla servitù volontaria”: “Come è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha altra forza che quella che essi gli danno. Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui vi spia se voi non glieli forniste? Siate più risoluti a non servire più, ed eccovi liberi” (Instant Book, Chiarelettere ed). Molto interessante e ricco di osservazioni tecniche è stato alla fine l’intervento del biotecnologo Egidio Smeraldi, il quale ha sottolineato l’importanza del mercato dei titoli “over the counter”, nel quale si muove una quantità di denaro giornaliero incommensurabilmente più imponente di quella che si muove nei mercati regolamentati. Si tratta di un mercato finanziario “ombra”, tipicamente speculativo, non collegato a spostamenti di beni reali. Sfugge come tale ad ogni controllo in un trading ad alta velocità effettuato dai computer. I CDS Credit Default Swap, oggetto di calcoli algoritmici, variano autonomamente, per conto proprio, in funzione del mercato in tempo reale, sfuggendo alle agenzie di rating  e determinando alla fine chi vince e chi perde. Una seria riforma dovrebbe quindi prevedere, ha detto Smeraldi, una regolamentazione radicale dei mercati ombra e dell’operato delle banche d’affari.

Ringrazio ancora tutti gli invitati per la calorosa partecipazione e anche per il plauso a me tributato circa la scelta “illuminata” (parole di de Toffol) dell’argomento, pur non letterario  né artistico ma di drammatica attualità.

Di seguito la trascrizione del mio discorso introduttivo e la galleria di immagini.

Ad majora! Vostro,

Giovanni F.F. Bonomo

Centro Culturale Candide



I SIGNORI DEL RATING, di Paolo Gila e Mario Miscali. Introduzione del libro (14 maggio 2012)

“Questo libro, che si colloca nell’ambito del giornalismo di inchiesta e di denuncia, scritto da Paolo Gila e Mario Miscali, fresco di stampa (edito nel mese di marzo 2012), affronta un tema quanto mai attuale, discutendosi proprio in questi giorni in ambito comunitario la riforma sul regolamento delle agenzie di rating, le tre grandi americane, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che negli ultimi mesi hanno turbato i sonni di capi di stato e privati cittadini dell’Unione Europea.

Dal loro giudizio sui debiti sovrani dipende infatti il futuro degli Stati stessi, non solo economico, come viene spiegato nel libro. Gli Stati Uniti e soprattutto l’Unione Europea sanno che gran parte dei terremoti politico-finanziari che li concernono dipendono anche dalla valutazione delle agenzie di rating. Ora, l’idea di fondo della riforma, promossa in seno all’Unione Europea, è quella di ridurre il potere delle agenzie stesse, almeno di quello oracolare sul destino dei singoli Paesi. Secondo la Commissione europea la proposta dell’eurodeputato Leonardo Domenici, esponente del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, membro della Commissione Affari Economici e Monetari, andrebbe nella direzione giusta.

I punti centrali riguardano la creazione di un’entità indipendente per la valutazione dei debiti sovrani, l’abolizione degli automatismi come conseguenza dei downgrade e l’introduzione di una clausola di volontarietà per gli Stati membri, che potranno richiedere di non valutare i propri debiti sovrani. L’iter del provvedimento per la riforma del rating continuerà nelle prossime settimane al tavolo di negoziazione tra Parlamento, Commissione e Consiglio, per poi essere votato in Commissione economica il prossimo 21 maggio e in plenaria a Strasburgo nella sessione di luglio.

Ora sentiremo che cosa ne pensa Paolo Gila, presente con noi questa sera, che certamente saprà valutare la bontà o meno della proposta di legge Domenici, avendo trattato il tema, sviscerato in tutti i suoi aspetti, in questa opera esemplare per lungimiranza, chiarezza espositiva e senso civico, che fa seguito alla sua precedente opera “L’economia che dà i numeri”, edita nel 2009, un viaggio esplorativo tra le luci e le ombre degli indicatori economici che misurano la ricchezza dei cittadini delle imprese, degli Stati e delle civiltà. Con tale inchiesta nel mondo dei centri di ricerca socio-economica e sulle loro capacità di influenzare l'opinione pubblica, la politica e le istituzioni, Paolo Gila già anticipava il libro che viene oggi presentato, grazie.”

Giovanni F.F. Bonomo

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.