La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 22 maggio 2012

Teatro a Corte

TEATRO A CORTE
    • 23 giugno

  • SARDEGNA

  • 2012 ESTATE 2012 - TEATRO A CORTE
    terza edizione

    dal 23 giugno al 30 settembre 2012

    con TEATRO A CORTE
    porta il teatro a casa tua
    basta un giardino, un cortile, una cantina, un salone, una cucina, le scale di un condominio… qualunque spazio libero da riempire di idee potrà essere utilizzato
    e soprattutto è GRATIS !!!
    o quasi… al termine dello spettacolo un uomo porterà in giro un logoro cappello... ç|:=)

    puoi scegliere tra:
    - SE UNA NOTTE, storie dalle Storie di Erodoto
    - VOI CHE SAPETE, dall'Apologia di Socrate, Platone
    - QUANDO LA DONNA E' UNA DEA, intrighi e amori sull'Olimpo e dintorni
    - E RAGIONAR D'AMORE, rileggendo il Simposio di Platone
    - LA MORTE DI ETTORE, Iliade-Omero-XXII

    Gli spettacoli sono stati realizzati sotto il patrocinio dell'Università di Cagliari, tradotti e adattati dalla professoressa Patrizia Mureddu, docente ordinario di Letteratura Greca presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.
    L'Interpretazione e la regia sono di Gaetano Marino

    informazioni e prenotazioni
    Gaetano Marino - 3491051841 - info@gaetanomarino.net


    info spettacoli

    SE UNA NOTTE
    Storie dalle Storie di Erodoto
    Nato agli inizi del v secolo a. C. ad Alicarnasso, in Asia Minore, Erodoto ci è noto soprattutto come storico delle Guerre Persiane, di cui racconta con dovizia di particolari le varie fasi, fino alla sorprendente vittoria dei Greci contro i Barbari.
    In realtà, fu in primo luogo un redattore instancabile di appunti di viaggio, che diventarono dapprima oggetto di apprezzate conferenze in varie città greche, e furono successivamente rielaborati e raccolti nella sua opera monumentale. Come un abile reporter, descrive con vivacità usi, costumi, monumenti, animali, piante, leggende dei numerosi paesi in cui - per un periodo di tempo più o meno lungo - si trovò a soggiornare.

    LA MORTE DI ETTORE
    Omero, Iliade XXII - teatro/concerto
    (nuova produzione)
    L’Iliade racconta di un evento reale, la guerra di Troia, che si concluderà con la distruzione della città per opera di una confederazione di popoli greci, forse l’ultima grande impresa prima della fine dei regni micenei, databile intorno al 1100 a.C. Sicuramente, in quegli anni non esistevano un alfabeto o dei materiali scrittori adeguati per registrare un testo poetico così lungo e complesso: per molto tempo, perciò, i fatti che diventeranno il nucleo del poema – tra i quali dovette avere un posto importante l’episodio cruciale dello scontro tra i ‘campioni’ dei due eserciti nemici, Achille ed Ettore – vennero raccontati e tramandati oralmente. Nel corso di questo processo di elaborazione, durato almeno tre secoli, si deve collocare l’attività di quel grande aedo di nome Omero che fu, secondo gli antichi, l’autore dei due grandi poemi.
    Radici tanto oscure e remote nel tempo spiegano perché il mondo che essi raccontano (e lo stesso modo di raccontarlo) ci può apparire estraneo, misterioso, duro. Ma proprio in questa diversità risiede gran parte del fascino di queste opere straordinarie, che hanno finito per rappresentare il principio ed il fondamento di tutta la nostra storia letteraria.

    VOI CHE SAPETE
    Condanna e morte di Socrate
    La storia ricorda molti tribunali messi in piedi per impedire ad un cervello di pensare, o di insegnare a pensare. Nell’Atene del quattrocento avanti Cristo, quel tribunale decretò la condanna a morte di Socrate – garantendogli di fatto una fama immortale, e la capacità di trasmettere il suo insegnamento di generazione in generazione, fino ai nostri giorni.
    Patrizia Mureddu
    Docente di Letteratura Greca dell’Università di Cagliari

    QUANDO LA DONNA E' UNA DEA
    Intrighi e amori sull'Olimpo e dintorni
    da Omero, Iliade XIV vv. 153-360 - Apollonio Rodio, Argonautiche, III vv. 1-160 - Teocrito, Il Ciclope
    *Lettura teatrale
    I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell’amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo.

    E RAGIONAR D’AMORE
    Rileggendo il Simposio di Platone
    Traduzione di Patrizia Mureddu
    *Lettura teatrale
    Nella Grecia arcaica e classica il simposio era un momento importante di incontro tra gli esponenti di uno stesso gruppo sociale e politico: nel bere assieme si rinsaldavano i legami di amicizia e di partito, si componevano liriche o si cantavano i poeti più celebri, si conversava, si scherzava, si amoreggiava.
    Platone ci descrive un simposio di stampo tradizionale, ma reso unico dalla presenza di Socrate. L’ambientazione è a casa del giovane tragediografo Agatone, che ha conseguito il giorno prima la vittoria al festival teatrale delle Dionisie, e completa i festeggiamenti pubblici con una cena tra pochi intimi, di cui Socrate sarà l’ospite d’onore.
    L’intrattenimento raffinato di questa serata d’eccezione sarà costituito da una serie di encomi su Amore.
    Tutto si svolge con le regole della più elegante buona educazione, finché sulla scena irrompe Alcibiade ubriaco…


    L'UNIONE SARDA
    Teatro a corte anno secondo
    Martedì 28 giugno 2011
    «Il teatro non c'è più da parecchi anni, da quando è diventato azienda». L'arte è come un sogno e quando sogni non stacchi un biglietto, spiega Gaetano Marino, attore, regista, drammaturgo. Dopo oltre trent'anni di carriera è pronto a fare un teatro quasi gratis. A cappello, a fine spettacolo. Occasioni conviviali su ordinazione con la seconda edizione di “Teatro a corte” che il fondatore di Isolateatro propone in Sardegna da luglio a settembre con il Dipartimento di Filologia Classica dell'Università di Cagliari. Sul menu la scelta: Platone con “Voi che sapete”, tratto dall'Apologia di Socrate, gli intrighi e amori sull'Olimpo e dintorni di “Quando la donna è una dea” in brani da Omero, Apollonio Rodio e Teocrito e infine “Bellas mariposas” di Sergio Atzeni ( info@gaetanomarino.net e 349-1051841).
    Strano davvero per uno bravo davvero. Uno convinto che "bravo" sia parola ormai troppo edulcorata, superficiale. «Nel nostro lavoro bisogna andare a letto presto e alzarsi presto. Che senso ha questo deambulare notturno?», fa rigoroso e disciplinato da quando ha riscoperto i greci, quindici anni fa. «Prima ero prepotente, presuntuoso. Ma ora, grazie a loro, cammino con la coda tra le gambe». Acquisto di modestia a parte, varrebbe guardarlo il curriculum: Cechov, Kafka, Pirandello, Wilde, Aub, Büchner, Shakespeare, Pasolini, Sofocle, Aristofane, Euripide, Erodoto. «Vivacchio, per dirla con Carmelo Bene», ammette, «ma alla fine il lavoro paga», assicura. Il teatro, che è spazio deputato ma può essere strada o piazza perché bastano orecchie per ascoltare se si sanno narrare storie, te lo porta a casa, in giardino, in cantina. Magari su una terrazza che sovrasta un teatro comunale. Si debutta con Platone il primo luglio, ore 21, in una casa di Flumini di Quartu. «Col tempo ho trovato dei mecenati per portare un testo protetto nelle corti, come i commedianti di Amleto». E persone di pregio, come l'accademica Patrizia Mureddu che ha tradotto i testi greci. Si va avanti, nonostante i fantasmi e un chiasso di catene. Anime di personaggi che non si riesce a mettere in scena. “Medea”, svela. Magari qualche mecenate è in ascolto.
    Manuela Vacca

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