CULTURA
«I sardi? Dovrebbero conoscersi meglio»
Lussu scriveva che i sardi, come altri popoli che hanno resistito maggiormente ai guasti della “civiltà del progresso”, hanno da comunicare qualcosa «a se stessi e agli altri, di profondamente umano e nuovo».
Lo stesso Lussu in un discorso alla Costituente ebbe a dire che negli scaffali delle case sarde il numero di libri avrebbe dovuto superare quello delle bottiglie di filu ‘e ferru.
Pure il filu ‘e ferru è un’eccellenza e fortunatamente in Sardegna non è un’eccezione.
Ce ne sono molte altre di eccezioni.
Ma i sardi lo sanno?
Non sempre conosciamo bene noi stessi.
Eccellenze e eccezioni coincidono sempre?
Nel libro ho descritto una realtà di eccellenze che lavorano, giovani e meno giovani apprezzati nel mondo, dall'Mba di Harward al cantiere dello stadio Arsenal a Londra; campioni dell'agroalimentare di qualità e biologhe che curano le aquile del Gualdaquivir; i Salesiani che liberano dallafame i bambini del Madagascar.
I sardi hanno una marcia di creatività in più? Michela Murgia ritiene che non dobbiamo indulgere all’autoelogio, Beppe Severgnini è convinto che sotto sotto sia proprio l’insularità a renderci speciali.
Sono d'accordo con Michela Murgia.
Nell’intervista alla Murgia da lei pubblicata nelle ultime pagine del suo libro si legge: “Forse appartengo alla generazione che ha la fortuna di non doversi più meravigliare che i sardi siano bravi quanto gli altri e qualche volta anche di più”.
Quando vogliamo siamo anche bravi, ma soffriamo di disturbo bipolare.
Sardi depressi?
No, semplicemente oscilliamo tra voluptas dolendi e magnificatio.
Si vede cheha studiato dai Salesiani a Lanusei. Citazione da...?
Marziale.
Traduzione?
Voluptas dolendi è il compiacersi del proprio dolore.
Oltre che pocos locos y malunidos pure masochisti?
No, non siamo masochisti ma spesso ci piangiamo troppo addosso.
Con buona pace di SebastianoSatta che scriveva “il sardo non deve pianger mai”. E la magnificatio?
È il problema opposto: ci magnifichiamo troppo, ci autoelogiamo. Non bisogna esagerare...
Ma eccelliamo sì o no?
Sì che eccelliamo, e quando accade vinciamo pure il premio Nobel, come la Deledda. Ma non dobbiamo essere presuntuosi.
A parte le eccezioni, quale dovrebbe essere la nostra regola?
Dobbiamo levarci il complesso di inferiorità, e non alimentare quello di superiorità.
Essere isola ci penalizza?
Come dicono i semiologi Paolo Fabbri e Umberto Eco, di isole nel mondo globalizzato non ne esistono più.
Però esistono due nuovi quotidiani isolani.
È un’eccezione.
Due eccezioni is meglio che one.
Èun’eccellenza che dimostra come l’informazione dei due quotidiani storici dell’Isola non basti ai sardi.
In compenso adesso è il portafoglio dei sardi che non basta per i quotidiani.
Basta scegliere. Dei due nuovi quotidiani uno è cagliaritano, l’altro è regionale. Il dato rilevantemipare evidente, c’è bisogno di un’informazione altra. Diversa, più completa.
Tradotto?
Più vicina alla gente, meno al Palazzo.
Ai sardi interessano le polemiche su quale lingua sarda scritta adottare?
Forse,ma personalmente credo di no. Personalmente parlo in sardo e quandovado al miopaese non dico mai “buongiorno” ma “saludi”. Però sento molto il bisogno di parlare meglio in inglese.
6 luglio 2011
di Giambernardo Piroddida Sardegna 24
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.