La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

lunedì 11 luglio 2011

L’Isola delle Storie Archeologia arte cultura

da Marco Casula blog

Archeologia arte cultura


Maura Quartu e Roberto Sirigu sono gli artefici di questo bell’opuscolo Archeologia arte cultura, imbandito di gradevoli immagini, che si possono apprezzare anche in DVD grazie all’arte grafica e fotografica dello Studio Baldini & Baldini. La pubblicazione, realizzata sotto gli auspici della Provincia di Cagliari, è stata presentata ufficialmente nella sala Consiliare del Palazzo Regio di Cagliari il 6 luglio scorso dall’Assessore alla Cultura ed è stata impreziosita dalle letture di Elio Turno Arthemalle. La meritoria iniziativa nondimeno può essere chiamata esente da alcuni rilievi critici: per non aver messo in sufficiente risalto l’opera dei due autori (che addirittura scompaiono dal sito della Provincia che pubblicizza il lavoro), né – ancor più grave – per non aver previsto un’edizione confacente ai non vedenti, come è stato peraltro rilevato pubblicamente nell’occasione.



Ciò che rileva, a mio parere, è lo sforzo narrativo dei due autori, storica dell’arte la prima e archeologo il secondo, che hanno messo in comune le proprie raffinate sensibilità di studiosi offrendoci una proposta di viaggio, che è unione di memoria storica e letteraria insieme, un invito a mimetizzarci nelle magnificenze del territorio e nella misura espressiva del nostro popolo.


Un territorio che ha ossa antiche. Dalle pietre emerse, le sue sono le più arcaiche. Dal di dentro ha lavorato il fuoco, i venti gelidi hanno aiutato a forgiare paesaggi granitici. Tutta quella segreta e incessante industria sotterranea arrecò grandi tesori che richiamarono genti straniere con notevoli conseguenze per la nostra storia. Una storia che ha ci ha coinvolto in un flusso di integrazioni, connessioni, interdipendenze che dal Mediterraneo si è dilatato, passando per l’Italia, verso l’Europa e tutti i Continenti.



L’opuscolo racconta di sette itinerari turistico culturali che racchiudono simbolicamente la complessa realtà storica artistica archeologica della nostra terra, ognuno abbinato a un’opera letteraria inserita in brevissime storie che sono per l’osservatore, sia esso viandante, ricercatore o sognatore, come una terrazza da cui sporgersi per intessere un dialogo con il passato.


Sicché Il castello dei destini incrociati di Calvino è accompagnato all’itinerario che parte da Maracalagonis, Quartucciu, Burcei, Castiadas e Villasimius e che si apre con Il Leone seguito dal secondo itinerario verso Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro, Pula, Domus De Maria e Teulada con l’Odissea e Antigori; dal terzo con Elmas, Assemini, Decimomannu, Uta, Villaspeciosa, Siliqua, Vallermosa, Decimoputzu, Villasor e San Sperate con Il Paesaggio Sonoro di R. Murray Schaffer e Diario di Bordo; L’infinito di Leopardi e Il colle introducono il quarto itinerario comprendente Cagliari, Quartu S.E., Settimo S.P., Monserrato, Selargius, Sestu e Sinnai; I Fiori Blu di R. Queneau e Sogni ci portano verso il quinto itinerario; con Se una notte d’inverno un viaggiatore ancora di Calvino e Metastoria ci avviamo verso il sesto itinerario attraversando Monastir, Ussana, Nuraminis, Pimentel, Barrali, Samatzai, Senorbì, Suelli, Selegas, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, San Basilio, Goni e Gesico; concludendo il nostro viaggio verso nord a Mandas, Serri, Escolca, Gerrei, Isili, Nurallao, Nuragus, Seulo, Sadali, Esterzili, Nurri, Orroli, Siurgus D., Escalaplano e Villanovatulo con La vita istruzioni per l’uso di G. Perec e La cattura.



É dunque un esplicito invito a sfogliare queste pagine posando gli occhi dove essi possano perdersi. Come se a ogni viaggio cominciassimo a vedere la nostra terra leopardianamente dall’alto di un colle, e avvertissimo il desiderio di superare l’ostacolo di una siepe, questa barriera non alta che chiude lo sguardo su tanta parte dell’ultimo orizzonte. Il desiderio di vivere quei luoghi, interpretarne i segni e aprirsi insieme al desiderio d’infinito, perché in luogo della vista possa lavorare l’immaginazione, il fantastico che sottrae il reale. Ci figuriamo i segni di questo territorio: torri, chiese, case che quella siepe nascondono attraversando il pensiero degli interminati spazi e dei sovrumani silenzi, mondi innumerevoli che li colmano.

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