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venerdì 15 luglio 2011

Sergio Atzeni d’Arabia

da Sardegna 24 
CULTURA

Sergio Atzeni d’Arabia

SERGIO ATZ
Sergio Atzeni sempre più immortale e internazionale con la sua opera. Ora, anche l’intelligentia araba si accorge della grandezza dello scrittore cagliaritano, prematuramente scomparso nel settembre del 1995 inghiottito nel mare dell’isola di San Pietro.

La novità arriva direttamente da Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti che oltre ad avere il reddito pro capite tra i più alti al mondo, è una delle città del pianeta dove si investono importanti risorse anche nella cultura.
L’obiettivo è palese: aprirsi e confrontarsi alle più diverse latitudini divulgando saggisti e scrittori di terre lontane. È il caso di Kalima, progetto di traduzione della Abu Dhabi Authority per la cultura e il patrimonio (Adach) che ha pubblicato la versione in arabo del libro di Sergio Atzeni Passavamo sulla terra leggeri, che è l'ultima opera dello scrittore e da molti critici considerata anche il suo capolavoro.

Il libro è stato tradotto da Nasser Ismail, ricercatore della sezione arabistica della facoltà di Lingue e letteratura straniera dell’Università di Genova.Ismail, da sette anni in Italia, di cui sei trascorsi a Cagliari dove ha svolto il dottorato di ricerca e incontrato la donna che ha poi sposato, ha pubblicato molti articoli e saggi sulla letteratura araba, il pensiero islamico e il rapporti arabo-italiano.
«Sono entrato in contatto con Sergio Atzeni e la sua grandezza grazie al professore universitario, di origine tunisina Radhouan Ben Amara, dal 2009 consigliere regionale della Sardegna», ha raccontato il trentasettenne ricercatore egiziano da Genova, dove è ancora impegnato nella sessione estiva degli esami all’università, «devo ammettere che mi si è aperto un mondo affascinante ricco di lirismo, identità ma anche di autocritica. Un percorso mai facile ma volto alla ricerca delle radici a metà strada tra mito e realtà», ha detto lo studioso.

È però la prima volta che un libro di Atzeni viene tradotto in arabo, mentre in passato diverse sue opere hanno raggiunto migliaia di lettori stranieri dei diversi angoli del pianeta.
«Passavamo sulla terra leggeri, che praticamente ora dopo l’impegnativo lavoro di traduzione conosco a memoria, sta avendo una promozione incredibile che può sicuramente far bene alla Sardegna e a un suo figlio illustre», ha aggiunto lo studioso, «la diffusione è stata e continua ad essere davvero capillare, tanto che l’opera è già approdata oltre che nelle librerie in tantissime biblioteche e negli enti di cultura».

I primi ad interessarsi all’universo letterario di Atzeni sono stati gli americani che nel 1996 hanno tradotto per il mercato statunitense il libro Il Figlio di Bakunin (Bakunin’s son), a cura di Jhon H Rugman (New York, Italica Press).
Atzeni però è stato apprezzato soprattutto in Francia (Le fils de Bakunine, traduzione di Marc Porcu, Lyon, lo stesso traduttore ha anche trasposto La fosse aux ours, e nel 2000, La fable du juge bandits), sempre undici anni fa Bellas mariposas è stato tradotto Oltralpe da Claude Schmitt, Paris, Zulma; in Spagna El hijo de Bakunin, traduzione di Sara Palacios, (Barcelona, Juventud, 1995), inoltre esiste un saggio di traduzione in ungherese de Il figlio di Bakunin in “Majar Naplò”, numero 4, ottobre, novembre, dicembre 2000, Bakunyn fia, traduzione di Livia Borocz.

La notizia della traduzione in arabo del libro di Atzeni è stata battuta dal sito del giornale “Middle east online” (versione inglese e arabo).
Oltre a ricordare chi era lo scrittore, sottolineandone la sua versatilità e brillantezza intellettuale, l’articolo si sofferma sulla Sardegna, che dai giornalisti del Middle east viene descritta come “un’isola che ha una storia ricca ed unica eredità culturale e sociale che la contraddistingue”.
Poi il servizio che definisce Atzeni “scrittore, poeta, giornalista e traduttore”, recensisce il romanzo presentandolo ai suoi futuri lettori.

La carriera letteraria di Atzeni fu breve ma intensa. Con Sellerio nel 1986 pubbica l'Apologo del giudice bandito e nel 1991 Il figlio di Bakunìn. Quindi con Mondadori Il quinto passo è l’addio (1994) e Passavamo sulla terra leggeri (1995).
14 luglio 2011

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