CULTURA
Le isole di Lilliu
Lilliu ha compiuto scavi di particolare importanza in Sardegna e nelle Baleari, ed insieme a Hermanfrid Schubart (classe 1930), attualmente direttore emerito dell’Istituto Archeologico Tedesco di Madrid ed autore di numerosi saggi sulla preistoria e protostoria della penisola iberica, nel 1967 pubblicò il volume Civiltà Mediterranee, in lingua tedesca per i tipi di Holle Verlag, seguita un anno dopo dall’edizione italiana nella prestigiosa collana “Il Saggiatore” di Mondadori. Ora Cuec ripropone il prezioso volume (pp. 248, euro 24) dedicato alle isole del bacino occidentale: Sardegna, penisola Iberica, Corsica e Baleari.
«Il professor Lilliu - dice Mario Argiolas, presidente della Cuec - mi ha chiamato poco tempo fa per comunicarmi una sua precisa volontà: ripubblicare un testo fondamentale nel suo genere, poiché inquadra la preistoria e protostoria in ambito mediterraneo attraverso lo studio dei reperti archeologici, la comparazione dei dati e la ricostruzione storica. Ad oggi non esiste uno studio che abbia reso obsoleto il lavoro di Lilliu e Schubart, questa nuova edizione viene incontro a numerose richieste di ripubblicazione». Gli enigmatici monumenti presenti nelle regioni insulari prese in esame, diversi nella forma ma sempre costruiti con la tecnica delle enormi pietre a secco, che il classicismo denominò “ciclopica”, evocando il mitico popolo dei giganti omerici; le potenti sculture antropomorfe della Corsica, le colossali fortezze e le piccole sculture di bronzo della Sardegna nuragica; i giganti di pietra che sono le “taulas” di Minorca.
Tutte manifestazioni di genti mediterranee, di estrazione orientale, a cui l’insularità aveva conferito, e ancora conferisce, una forte impronta di regionalismo e autonomia: «Non poche informazioni di quel volume - dice Giovanni Lilliu nella premessa alla nuova edizione - sono ancora attuali, né risulta che oggi vi sia un’opera di tal genere e contenuto che la sostituisca. Sono queste le ragioni per la ripubblicazione del libro che dovrebbe essere ben accolto perché tratta di civiltà periferiche su cui sono rare le opere specialistiche. Si dice del bacino occidentale del mediterraneo, da est a ovest, nel quale si sono svolte le manifestazioni culturali e artistiche prodotte in Corsica, Sardegna, Baleari e nella penisola Iberica». Capi tribù, soldati, sacerdoti, pastori, contadini donne; divinità a quattro occhi, quattro braccia e due scudi. «L’arte - continua Lilliu - testimonia la sua doppia sorgente: naturalismo e geometrismo astratto. Assolutamente dominante quest’ultimo anche e soprattutto a causa della struttura economica e sociologica dell’ambiente culturale fondato su idee, norme e attività di civiltà agricola».
Schubart tratta invece accuratamente della civiltà degli Iberi, risultato di influenze orientali e greco egee, in statue in cui si evidenzia lo spirito locale, “barbarico”, che si esprime con una carica potente: «La più alta espressione della civiltà iberica - scrive Schubart - si ha nell’arte plastica. Sotto gli stimoli e gli influssi mediterraneo-orientali raggiunse un alto livello qualitativo di espressione». In sintesi, un’analisi approfondita della preistoria del Mediterraneo. Preistoria che Lilliu riesce a rendere, ancora una volta, attuale.
22 luglio 2011
da Sardegna24
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