CAGLIARI
Lo spettacolo è hot: censurato
Ma facciamo un passo indietro: ieri mattina il consigliere regionale Felicetto Contu (Udc-Fli) presenta un’interrogazione rivolta all’assessore alla Cultura Sergio Milia. Secondo Contu, i manifesti hanno un «intento scopertamente dissacratorio dell’iconografia cattolica e non». La locandina ritrae una madonna metà fata turchina che sorregge un Cristo androgino col naso di Pinocchio, chiara rievocazione grottesca della Pietà di Michelangelo. «Non si intende assolutamente censurare lo spettacolo», premette Contu, «ciò che non si può accettare è che la città venga inondata di giganteschi manifesti ove la satira della Pietà di Michelangelo si estrinseca attraverso la figura di un Cristo transgender e di una Madonna procace e seminuda». Il consigliere regionale conclude la sua interrogazione affermando che i manifesti «sono visibili da chiunque, donne, vecchi, bambini, credenti e non credenti che non accettano volentieri che alcuni valori vengano così facilmente dissacrati e ironizzati».
Poche ore dopo arriva la notizia dell’indisponibilità improvvisa della location originariamente stabilita per ospitare lo show, per motivi di sicurezza. Ma Sale Musio e Troja non ci stanno: «Siamo molto rammaricate, forse la Sardegna non è pronta ad accogliere i nostri lavori. “Holy PeepShow” èunprogetto culturale che coinvolge 77 artisti e tutti quanti sono pronti a tutto pur di andare in scena perchè credono in questo spettacolo ». Nei giorni scorsi, inoltre, molte delle locandine dello show delle Lucido Sottile sono stati strappati: «È vero, hanno staccato dai muri molti dei nostri manifesti», conferma Tiziana Troja, «ma noi non vogliamo distruggere le immagini dell’iconografia sacra, semplicemente raccontiamo la fiaba di Pinocchio attraverso i santi che finiscono per trasfigurare nei personaggi usciti dalla penna di Collodi».
Ma non è la prima volta che le due attrici cagliaritane danno scandalo con le loro performances: «Anche due anni fa siamostate censurate per uno spettacolo commissionato dal Comune e poi annullato dal direttore dell’ostello dove doveva tenersi la rappresentazione», spiegano le due attrici, «perchè era consigliato ad un pubblico adulto». Ora la censura si ripete: «Andremo in scena comunque, la Provincia si sta adoperando per trovare una soluzione alternativa all’Orto botanico: sarebbe un’ulteriore sconfitta se si preferisse fermare 77 artisti coincolti nel progetto».
7 luglio 2011
da Sardegna 24
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