La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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martedì 15 novembre 2011

Velázquez e i buffoni a corte, immagini

Velázquez e i buffoni a corte, immagini

Se non fosse per la pittura, e per Velázquez (1599-1660) in questo caso, non avremmo mai conosciuto i visi e i corpi dei buffoni di corte, personaggi che intrattenevano sovrani e principi, nobili e meno nobili, oltre a gente comune, che, tramite la loro arte, rallegravano, anche ma non solo, le giornate altrui. Ed era vera arte, come ci dice Michel de Montaigne nei suoi Saggi: “[...] Così io ho visto i migliori buffoni, vestiti secondo il solito e in atteggiamento comune, offrirci tutto il diletto che si può trarre dalla loro arte; i principianti e quelli che non hanno tale alta maestria, invece, aver bisogno di infarinarsi il viso, di travestirsi e contraffarsi con movimenti e smorfie selvagge per muoverci al riso.” (1)
Di seguito quattro buffoni nei palazzi di  Filippo IV di Spagna (1605-1665), rappresentati proprio dal pennello di Velázquez.
Don Diego de Acedo, detto El Primo, seduto davanti a un libro più grosso di lui, con un barattolo di colla accanto. Aveva avuto piccoli incarichi amministrativi nella corte di Filippo IV.
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Don Cristobal de Castañeda y Pernía, detto il Barbarossa, era famoso per il suo carattere forte ed energico, tanto che Filippo IV lo allontanò perché aveva osato ridersi del conte di Olivares.
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Francisco Lezcano, detto il ragazzo di Vallecas, soffriva di un handicap genetico che lo portò, ancora giovane, alla morte.
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Don Sebastián de Morra, uno dei nani alla corte di Filippo IV, in questo dipinto con espressione seria, rappresenta tutta l’ingiustizia riversata sui buffoni.
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1. Michel de Montaigne, Saggi, Adelphi, Milano, 1998, pag. 532.

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