Da sinistra: Azzu, la copertina del libro e Nurra
"Asinara Revolution": voci di una protesta che si allarga alla Penisola dei cassintegrati
di Cristiano Sanna
"E' stata una
straordinaria iniziativa dal punto di vista della testimonianza civile,
dell'impegno, della solidarietà transgenerazionale. Se avesse avuto
anche una politica capace dalla sua parte, il risultato sarebbe stato
ancora più eclatante". Luca Telese, scrittore e giornalista del Fatto
Quotidiano e de La 7, commenta così l'esperienza de L'isola dei cassintegrati,
il reality show paradossale orchestrato sul Web da Michele Azzu e Marco
Nurra, giovani precari tra la Sardegna, Londra e Madrid, attorno alla
vicenda degli operai della Vinyls barricati all'interno del carcere in
disuso de L'Asinara per proteggere ad ogni costo il loro sempre più
labile posto di lavoro. Il blog sul Web è diventato un caso mediatico,
interessando i principali organi di informazione italiani (tra cui lo
stesso Fatto Quotidiano, per il tramite di Telese che si appassionò al
coraggio e alla modernità della protesta degli operai e dei loro figli
sul Web). Ora quell'esperienza è rievocata e riassunta nel libro Asinara Revolution, pubblicato da Bompiani e scritto da Nurra e Azzu, con i quali abbiamo parlato.
Dal 27 febbraio 2010 al 9 giugno
di quest'anno, tanto è durata l'occupazione dell'Asinara da parte degli
operai della Vinyls. Come è andata a finire?
"Il giorno in cui il presidente Napolitano, come promesso, ha incontrato gli operai che ancora resistevano sull'isola si è consumata la fine del reality show per la difesa del posto alla Vinyls. Ad aprile era andata in fumo anche l'ultima ipotesi di vendita degli impianti non solo di Porto Torres ma anche di Ravenna e Porto Marghera. Il fondo svizzero Gita, malgrado le promesse del ministro Romani, non ha mai perfezionato l'acquisto della Vinyls. Dunque: operai a spasso è giù le serrande. Ora si va al cosiddetto "spezzatino", cioè l'azienda viene venduta a pezzi. Lo stabilimento di Ravenna è stato acquistato da un gruppo industriale di Varese, a Marghera si parla di passare dalla produzione chimica a quella dell'olio, Porto Torres dovrebbe essere convertito al fotovoltaico. Ma sono soltanto ipotesi, perché ogni volta il ministero dello Sviluppo economico rimanda la firma di tre mesi. Intanto l'8 dicembre scadrà la cassa integrazione".
"Il giorno in cui il presidente Napolitano, come promesso, ha incontrato gli operai che ancora resistevano sull'isola si è consumata la fine del reality show per la difesa del posto alla Vinyls. Ad aprile era andata in fumo anche l'ultima ipotesi di vendita degli impianti non solo di Porto Torres ma anche di Ravenna e Porto Marghera. Il fondo svizzero Gita, malgrado le promesse del ministro Romani, non ha mai perfezionato l'acquisto della Vinyls. Dunque: operai a spasso è giù le serrande. Ora si va al cosiddetto "spezzatino", cioè l'azienda viene venduta a pezzi. Lo stabilimento di Ravenna è stato acquistato da un gruppo industriale di Varese, a Marghera si parla di passare dalla produzione chimica a quella dell'olio, Porto Torres dovrebbe essere convertito al fotovoltaico. Ma sono soltanto ipotesi, perché ogni volta il ministero dello Sviluppo economico rimanda la firma di tre mesi. Intanto l'8 dicembre scadrà la cassa integrazione".
Tutto sospeso, quindi. Ma perchè
un operaio che rischia la disoccupazione non dovrebbe gradire il
passaggio dalla chimica alla costruzione di impianti fotovoltaici?
"Perché sarebbe soltanto un passaggio momentaneo in attesa del progetto Chimica verde dell'Eni-Novamont, di cui per ora si sa pochissimo, a parte generici proclama e un incontro tra l'Eni e gli enti locali qui a Porto Torres. Potrebbero volerci anche cinque anni, non si hanno garanzie occupazionali. L'unica cosa certa, e gli operai lo sanno bene, è che se si spegneranno gli impianti Vinyls nessuno li riaccenderà. Sarebbe antieconomico".
"Perché sarebbe soltanto un passaggio momentaneo in attesa del progetto Chimica verde dell'Eni-Novamont, di cui per ora si sa pochissimo, a parte generici proclama e un incontro tra l'Eni e gli enti locali qui a Porto Torres. Potrebbero volerci anche cinque anni, non si hanno garanzie occupazionali. L'unica cosa certa, e gli operai lo sanno bene, è che se si spegneranno gli impianti Vinyls nessuno li riaccenderà. Sarebbe antieconomico".
Nel mentre L'isola dei cassintegrati continua a dare voce ai precari, non soltanto agli operai che hanno cominciato questa singolare forma di protesta.
"Tra l'altro è giusto ricordare che voi di Tiscali Notizie siete stati tra i primissimi in Italia a dare visibilità all'occupazione dell'isola.Il percorso di comunicazione prosegue e ci impegna sempre di più. Dal blog e dalla pagina su Facebook l'onda mediatica che si è originata ha coinvolto decine di migliaia di persone. Asinara Revolution ripercorre le tappe della protesta raccontata in modo pop, con un uso veloce e moderno dei mezzi di comunicazione. Ora L'isola dei cassintegrati è diventata un centro di monitoraggio, di scambio di esperienze, di documentazione su tutte le proteste dei lavoratori precari in corso in Italia. Quindi accoglie le voci dei pastori sardi così come dei lavoratori di Eutelia e degli operai di Faenza, della Fiat di Melfi, del personale del Teatro Valle, giusto per fare alcuni esempi. Noi continuiamo a fare il reality del precariato, a spammarlo su altri media e, soprattutto, a spingere la gente a interessarsi di questo tema fondamentale".
"Tra l'altro è giusto ricordare che voi di Tiscali Notizie siete stati tra i primissimi in Italia a dare visibilità all'occupazione dell'isola.Il percorso di comunicazione prosegue e ci impegna sempre di più. Dal blog e dalla pagina su Facebook l'onda mediatica che si è originata ha coinvolto decine di migliaia di persone. Asinara Revolution ripercorre le tappe della protesta raccontata in modo pop, con un uso veloce e moderno dei mezzi di comunicazione. Ora L'isola dei cassintegrati è diventata un centro di monitoraggio, di scambio di esperienze, di documentazione su tutte le proteste dei lavoratori precari in corso in Italia. Quindi accoglie le voci dei pastori sardi così come dei lavoratori di Eutelia e degli operai di Faenza, della Fiat di Melfi, del personale del Teatro Valle, giusto per fare alcuni esempi. Noi continuiamo a fare il reality del precariato, a spammarlo su altri media e, soprattutto, a spingere la gente a interessarsi di questo tema fondamentale".
Ai maligni che obietteranno che i due giovani precari de L'isola dei cassintegrati ora promossi scrittori si sono trovati di che vivere cosa rispondete?
"Che l'iniziativa non è nata per trovarci un lavoro. E che tuttora siamo precari, sempre più impegnati nel tenere in vita il sito, che appartiene sempre più a centinaia di persone, e che ha bisogno di finanziamenti. Sarebbe meglio che fossero esterni, così da non dover essere costretti a mettere la pubblicità in pagina".
"Che l'iniziativa non è nata per trovarci un lavoro. E che tuttora siamo precari, sempre più impegnati nel tenere in vita il sito, che appartiene sempre più a centinaia di persone, e che ha bisogno di finanziamenti. Sarebbe meglio che fossero esterni, così da non dover essere costretti a mettere la pubblicità in pagina".
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